«Ci avviciniamo alla conclusione di una campagna elettorale durante la quale i silenzi hanno pesato più delle cose dette. È stato come se a Messina fosse stato affisso il cartello “non disturbate i conducenti” in virtù di un tacito accordo, non soltanto tra due – anzi tre – forze politiche, ma con i messinesi stessi, ormai abituati a una sorta di sudditanza nei confronti del potente di turno.
Messina non ha mai saputo puntare sulle sue forze e si è accontentata delle briciole, delle elemosine che di volta in volta i gruppi di potere hanno lasciato sul tavolo di una città in ginocchio.
Certi metodi cambiano nella forma e non nella sostanza e non sempre il sistema si basa sui pacchi di pasta.
Così, mentre è in corso la campagna elettorale per le Politiche, già assistiamo a un altro finto “scontro”, quello per il controllo dell’Ateneo, scontro che vede in campo le storiche famiglie che si passano il testimone. Stessi cognomi, stesse dinastie.
Il sistema di potere messinese è alla ricerca di nuovi assetti, ma le sue caratteristiche restano sempre uguali, da decenni.
Per questo, l’unico voto di rottura è una scelta libera da lacci, lacciuoli, che guarda al futuro delle nuove generazione, che non sono cresciute con lo stesso spirito di rassegnazione dei padri. L’unico vero voto utile oggi è per Liberi e Uguali.
Ho affrontato tutte le mie sfide professionali e politiche qui, nella mia terra, credendo nei giovani, nella meritocrazia e mai nella cultura della raccomandazione e della sudditanza. Il nostro appello è a chi ha perso ogni fiducia e non vuole andare a votare perché “fanno tutti schifo” o da un voto di protesta a chi non sa dare una risposta a questa protesta. Purtroppo chi resta a casa alimenta quel bacino elettorale che si basa su sistemi di scambio. L’unico modo per cambiare veramente è andare alle urne e sentirsi veramente #liberiDIscegliere.»