Lunedì il deputato Cateno De Luca ha acceso i riflettori sull’Amam definendola “esempio di malagestione e sprechi” con numeri e dati sull’operato della partecipata che si occupa del servizio idrico in città. Un report pesantissimo a cui ha deciso di rispondere l’assessore Sergio De Cola che parla di “molti dati infondati, inesatti o semplicemente sbagliati” che hanno fatto un pessimo servizio all’informazione e alla consapevolezza dei cittadini di Messina. E sottolinea che De Luca e i suoi collaboratori non hanno mai chiesto incontri, né informazioni ufficialmente e in modo trasparente.
«Occorre inizialmente rammentare ancora una volta che il Comune di Messina ha dato indicazioni ad Amam per programmare e lavorare per uscire da una serie di emergenze e di avvenimenti in alcuni casi gravi e imprevisti, come l’incidente di Calatabiano nell’ottobre del 2015, in altri conosciuti, come pensionamenti del personale, organizzazione interna, strumentazione, che stanno comportando un’attività impegnativa e i cui risultati organizzativi interni e di gestione ottimale del Servizio Idrico Integrato non possono aversi in pochi mesi, ma in alcuni anni.
In linea generale occorre informare inoltre ricordare che il personale addetto a Amam al 31.12.2017 era di 64 addetti di cui 1 dirigente e 1 quadro. Un’analisi condotta su un campione di 51 gestori serventi una popolazione di 29,6 milioni di abitanti, offre indicazioni più che oggettive sul sottodimensionamento del personale di AMAM rispetto al territorio in cui opera. Dalle analisi deriva un fabbisogno complessivo per la pianta organica potenziale di AMAM oscillante tra i 120 e i 140 addetti totali. Continuando il confronto con lo stesso campione di 51 gestori, ma passando dalla valutazione della dotazione organica a quella del costo del personale, il posizionamento di AMAM risulta leggermente sopra il dato medio di 50.457 €/addetto con un costo per addetto pari a 54.068 €/addetto, ma pienamente dentro l’intervallo di deviazione standard (i cui valori estremi sono 59,813 €/addetto e 41.101 €/addetto).
Da questa grave deficienza sono anche derivati i costi che vengono denunciati da De Luca e che sono solo il riflesso della mancanza di risorse interne per svolgere una serie di attività e che hanno determinato il ricorso a straordinari e a servizi esterni.
Peraltro giova ricordare come l’Amministrazione Comunale ha approvato nel luglio scorso il Piano Operativo Annuale 2017 di AMAM dove sono evidenziate le emergenze e le azioni che AMAM sta svolgendo e lo scorso 23 gennaio la Giunta Comunale ha approvato la delibera con la quale autorizza AMAM a procedere all’assunzione di 19 addetti (di cui 3 dirigenti) come primo intervento prioritario».
Tra i vari passaggi evidenziati dall’assessore De Cola c’è anche il lavoro sul Piano Operativo Triennale 2018-2020 che individua investimenti, risorse e fabbisogni in un quadro sistemico e integrato tra attività, azioni, investimenti e situazione economico-finanziaria».
Dopo queste premesse che ricollocano la situazione in un quadro generale informato e oggettivo, di seguito si precisano un’altra serie di fatti e temi specifici.
1. APPROVIGIONAMENTO IDRICO UTENZE E PERDITE ACQUA – Per quanto riguarda le perdite è noto e ribadito da AMAM che raggiungono circa il 50%, ma tale percentuale mentre da un lato non rappresenta 2/3, dall’altro, una volta riportata a media nazionale (35%) certamente non genererà aumenti di fatturato per un maggior consumo di acqua da parte dei messinesi, ne tantomeno i 6 milioni di euro paventati da De Luca. Le utenze idriche registrate sono 88.549 (dato 2016) di cui circa 3.010 utenze plurime che servono condomini da 4 appartamenti fino 350 appartamenti per un totale di circa 40.000 immobili serviti. I dati esposti pertanto fanno emergere un totale di immobili serviti pari 116.000 numero assolutamente in linea con le famiglie residenti e le seconde case. Anche le utenze commerciali mancanti sono ascrivibili a utenze di tipo domestico poiché molto spesso accade che studi professionali, uffici di varia natura si trovino all’interno di appartamenti già serviti da contatore condominiale. Con questo non si nasconde di certo la presenza di furti d’acqua o prelievi abusivi come dimostrano le attività di denuncia effettuate dalle forze dell’ordine con l’ausilio del personale tecnico aziendale.
Per quanto riguarda la gestione dell’acquedotto di FIUMEFREDDO si precisa che i costi illustrati sono riferiti a diverse voci e a un anno (il 2016) nel quale si è dovuto intervenire in via emergenziale a causa della rottura della condotta di Calatabiano a fine 2015. A tale incidente sono infatti da imputare i costi di vigilanza e guardiania del cantiere anche a seguito dell’incendio che accadde nel luglio del 2016. Con la riapertura della condotta lo scorso settembre infatti tali costi sono stati eliminati. Altra voce sono i costi di 591.452 € che concernono il presidio, il controllo e la manutenzione degli impianti. Tale importo, a lordo del ribasso d’asta offerto in sede di gara, peraltro include anche gli interventi straordinari di manutenzione della rete dell’acquedotto del Fiumefreddo. Ulteriore imprecisione viene riportata quando si parla dei 600.000 € per gli interventi a Forza d’Agrò che non avrebbero la copertura finanziaria nel bilancio AMAM. L’annotazione sarebbe giustificata se AMAM fosse una pubblica amministrazione, ma AMAM è una società per azioni e il bilancio e il budget hanno connotazioni sostanzialmente diverse. Incuriosisce poi la stima di 15 milioni di € stimata senza alcuna prova per la loro giustificazione, così come la citazione di un costo di 6 milioni di € per anno per portare l’acqua a Messina risulta perlomeno fantastica.
Fantomatiche infine le risorse di acqua nel sottosuolo di Messina e dei Peloritani citate nel documento del De Luca. Amam e il comune di Messina sono assolutamente a conoscenza della situazione e non hanno alcun interesse da difendere e nascondere che peraltro sarebbe comunque misterioso poichè privo di qualsiasi motivazione valida. Nel merito si precisa che gli studi effettuati da AMAM nel 2015 e nel 2016 confermano l’impossibilità di trovare fonti economicamente e tecnicamente redditizie in quanto i fantomatici dati esposti testimoniano solo della presenza nei vari bacini imbriferi di acqua nel sottosuolo, ma non la possibilità e la certezza di una loro possibile presa attraverso pozzi o sorgive. In altre parole l’acqua c’è ma per poterla prendere servirebbero un numero infinito di pozzi ciascuno con portate minime e costi di energia massimi. AMAM sta peraltro mettendo a punto soluzioni alternative.
2. LETTURE – Le utenze sono sottoposte a letture mediamente 2/3 volte l’anno per un totale annuo di oltre 160.000 letture rilevate. In merito al costo della bolletta il calcolo esatto è di circa 500.000 bollette inviate (ogni utenza ne riceve almeno 4 nell’arco dell’anno). I costi rappresentati non sono corretti poiché per la stampa imbustamento e consegna l’importo è di € 78.408,52 che, rapportato al numero di bollette inviate, è pari a € 0,16/bolletta ( molto di meno di quanto raccomandato di 0,8-0,9). L’importo di € 406.420,81 è relativo al costo sostenuto dall’azienda per la notifica delle fatture insolute agli utenti morosi. Il costo, infine di € 119.037,51, afferisce alla gestione del sistema informativo aziendale.
3. RECUPERO CREDITI: A valle del servizio fornito da FIRE S.p.A. interrotto nel 2015, AMAM, con l’attuale personale in forza è organizzata per svolgere direttamente tale attività che nelle prossime settimane verrà ulteriormente rinforzata e organizzata. AMAM inoltre ha in corso una causa contro FIRE S.p.A.
4. BILANCIO: Le considerazioni e valutazioni di De Luca sul Bilancio 2016 sono completamente errate. Occorre infatti evidenziare che il ricavo derivante dalla sopravvenienza attiva (che di fatto rettifica costi operativi di gestione imputati nei precedenti esercizi) pari ad € 7.680.271 è al lordo delle imposte d’esercizio ammontanti ad € 2.482.264. L’effetto netto nel bilancio 2016 è stato quindi di € 5.198.007. In sintesi il bilancio non sarebbe stato in perdita di quasi € 2.500.000, come denunciato artatamente, ma è stato sostanzialmente a pareggio. In merito agli investimenti si precisa che sono previsti progetti dal 2017 per il recupero perdite e per l’efficientamento energetico così come gli investimenti nel settore idroelettrico porteranno ricavi a regime di circa 1,9 milioni di € per anno con un ritorno dell’investimento più che positivo.
5. MASTER PLAN: Relativamente ai fondi Masterplan Il Comune di Messina ha delegato direttamente AMAM per due finanziamenti per la realizzazione dei “LAVORI DI RIPRISTINO DEL SERBATORIO ACQUEDOTTO MONTESANTO 1” per € 2.200.000 e degli “INTERVENTI DI MITIGAZIONE DELLA VULNERABILITA’ DELL’ACQUEDOTTO FIUMEFREDDO – INTERVENTI SULL’INFRASTRUTTURA“ per € 3.110.000. L’Azienda ha redatto gli studi di fattibilità ed ha inoltre già affidato la progettazione esecutiva.
6. DEPURAZIONE: In relazione agli impianti di depurazione gestiti da AMAM non è stata avviata alcuna procedura d’infrazione, ne tantomeno sono stato elevate sanzioni a riguardo. La sanzione citata riguarda criticità attinenti il Depuratore di Tono , la cui realizzazione è in corso da parte del Commissario Regionale.
Il Comune di Messina e Amam, infine, nel prendere atto che il giusto dibattito per il miglioramento del servizio idrico integrato per i messinesi, invece di essere oggetto di incontri e proposte sono alcune volte oggetto di battaglie pseudo-politiche frutto peraltro di informazioni la cui fonte non è mai citata e ufficializzata e non lette adeguatamente, quando addirittura di notizie false o “vecchie”, informano che hanno dato mandato ai propri legali per verificare le eventuali condizioni per denunciare tali fatti all’autorità giudiziaria.