Il Comune di Barcellona e il sindaco col divieto di dimora, che non si dimette

di Palmira Mancuso  – I tempi di reazione, dinanzi al coinvolgimento in una inchiesta giudiziaria, si sono decisamente adeguati alla velocità dell’invio di una mail. Il tempo di una dichiarazione per sminuire la portata di inchieste lunghe anni, per banalizzare la responsabilità di chi in ruoli istituzionali non ha più quel pudore che fuori dall’Italia diventa paradosso, come il ministro inglese che da le dimissioni per essere arrivato 2 minuti in ritardo alla seduta della Camera dei Lord.

Siamo a Barcellona Pozzo di Gotto, e di dimissioni del Sindaco Roberto Materia, accusato di abuso d’ufficio e per il quale è stato disposto il divieto di dimora, neanche a parlarne.

Poco importa che il Procuratore della Repubblica Emanuele Crescenti, nella conferenza stampa organizzata nella sede del commissariato di Polizia abbia parlato di “pervicacia in una città che ha bisogno di legalita’”, riferendosi al sindaco Materia riguardo la vicenda delle revoche dell’incarico di comandante della Polizia Municipale nei confronti del colonnello Lino La Rosa, che aveva dato inizio alle indagini sugli illeciti contestati all’ex assessore Coppolino oggi in carcere.

Materia non solo non si dimette, ma pure incassa solidarietà politica dai “Sovranisti”, che entrando nel merito della vicenda giudiziaria scrivono addirittura “L’addebito mosso al nostro Sindaco consisterebbe nell’aver revocato l’incarico all’allora Comandante dei Vigili Urbani. Non é agevole comprendere il collegamento tra due vicende temporalmente distanti”.

Eppure per il Giudice per le indagini preliminari il sindaco “era determinato a estromettere il La Rosa e, pur di raggiungere tale obiettivo, non esitava a violare consapevolmente la legge e a non rispettare le statuizioni contenute nei provvedimenti del Tribunale, tra l’alto determinando anche un danno economico per le casse comunali, per l’ostinazione, si ribadisce, davvero maldestra, con la quale perseguiva il suo disegno anche evitando di aderire al tentativo di conciliazione di La Rosa, con il quale quest’ultimo aveva dichiarato di rinunciare a tutte le pretese risarcitorie derivanti dal danno (patrimoniale e non) da lui patito pur di conservare la propria carica per soli cinque mesi fino allo spirare del termine triennale (termine che scadeva nel maggio del 2017 e non nel dicembre 2016, come erroneamente indicato nell’ordinanza del 2015 e anche di questo il sindaco era ben consapevole)”.

Materia ha tutto il diritto di difendersi, come sta già facendo attraverso il suo legale Tommaso Calderone, ma perchè il Comune deve essere ostaggio di un sindaco assente perchè sottoposto al divieto di dimora e di ingresso nel comune di Barcellona PdG?

I processi si fanno in tribunale e non a colpi di veline. Nel frattempo anche le istituzioni dovrebbero poter rimanere fuori dall’ Aula.

 

 

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