“Sono veramente amareggiato… oggi il Messaggero mette in discussione la mia trasparenza e la mia onestà: l’ennesima FAKE NEWS dei media!” Francesco D’uva, deputato uscente e ricandidato a Messina, dove il prossimo 16 febbraio verrà presentata ufficialmente la lista, ribatte sui social quanto pubblicato sul Messaggero che lo vuole coinvolto nello scandalo Rimborsopoli.
“Cinque anni fa, aprendo il conto alle poste per gestire le rendicontazioni, ci rimasi parecchio male nello scoprire che avrei potuto effettuare i bonifici al bilancio dello Stato solo all’ufficio postale senza poter usufruire della funzione “home banking”. Alla fine però scambiare quattro chiacchiere con i dipendenti delle poste è anche piacevole.
Giusto per essere chiari: non avendo l’home banking sono obbligato ad andare allo sportello della posta per effettuare il bonifico e firmare la ricevuta.
Secondo il Messaggero non avrei firmato il bollettino di dicembre, insinuando dunque di non aver restituito parte del mio stipendio. Nella foto trovate il bollettino di dicembre con la mia FIRMA!”
Fin dall’inizio della vicenda che sta animando la campagna elettorale pentastellata, aveva usato parole chiare, anche contro i suoi colleghi di partito: “Se qualcuno nel MoVimento ha sbagliato, viene espulso. Questa è la nostra differenza con tutta l’altra politica che oggi prova a farci la morale. Persone che per anni hanno mangiato sulle spalle degli italiani”.