di Marina Pagliaro – Un tour siciliano accompagnato dalla pioggia ha impegnato Matteo Salvini che ha fatto tappa questo pomeriggio anche a Messina per presentare la sua candidatura a Premier con la Lega i cui candidati erano già stati presentati dall‘On.Gianni Alemanno lo scorso 9 febbraio.
Acclamato come una star, un salvatore, quasi un miraggio da una camera di commercio colma di gente di tutte le età che lo ha applaudito sin dal suo ingresso al palazzo, Matteo Salvini non ha voluto porre nessuna barriera fra sé e il suo pubblico di spettatori, con cui si è scambiato selfie privati e a cui lui stesso ha voluto fare un selfie di gruppo per immortalare il momento, prima di cominciare il suo discorso elettorale.
“Sono ben felice di passare la mia giornata di S.Valentino qui perché più conosco questa terra più mi innamoro della Sicilia. Consideratemi messinese in futuro, mi piace sempre più venire qua – ha esordito – Certo potevo essere con i miei figli a festeggiare il Carnevale ma stare qui è più importante”. Insieme a lui la dott.ssa Maria Luciana Verdiglione coordinatrice di “Noi con Salvini”, che ha introdotto il suo discorso, e i candidati Filippo Ricciardi, Carmelo Lo Monte e Marina Trimarchi.
“Un pensiero affettuoso va ai sei compagni fuori a contestare che vedono il pericolo del razzismo e del fascismo incombente dietro l’angolo – fa un inciso prima di esporre il suo programma Matteo Salvini – e mi fanno quasi tenerezza perché chi parla di democrazia e poi va in giro a cantare “Oh bella ciao” non ha idea di cosa sia la democrazia, ma – continua schietto Salvini – sono contento per loro, tanto non penso abbiano il problema di alzarsi presto domani per andare a lavorare”.
E se da una parte ironicamente ha comunque voluto attaccare così i manifestanti che lo hanno aspettato fuori dal palazzo, dall’altra, con il suo discorso, vuole appiattire lo storico distacco Nord-Sud, a partire dal tema del lavoro. “Le richieste che mi hanno fatto oggi a Paternò o a Caltanissetta sono le stesse che mi fanno a Genova e a Padova – ha detto il deputato della Lega – Non abbiamo bacchette magiche ma chi sceglie questo simbolo sceglie il diritto alla normalità, cioè cancellare una legge sbagliata come la Fornero che sta rubando il futuro a milioni di italiani”.
Stratega, si mostra conoscitore della realtà in cui parla e a cui parla, senza mezzi termini ma certo con i soliti toni estremisti con cui ha sempre esposto le due idee in altri contesti. Toni, questi, che i messinesi presenti hanno apprezzato. “Avete presente quanti negozi hanno chiuso a Messina? – standing ovation del pubblico – È una strage. Poi Amazon e multinazionali che spediscono milioni di pacchi al giorno pagano le tasse all’estero”.
Non risparmia l’omonimo Renzi, non risparmia nemmeno Laura Boldrini e non allude affatto al M5S come potenziale rivale. “Queste elezioni, tanto, le vincerà il centro destra – dice ai nostri microfoni prima di entrare”. E punta, sempre e comunque, al cuore dei siciliani pur peccando di mancanza di originalità per argomentazioni esposte già sentite in elezioni diverse: “Il buon Dio ci ha dato un mare e una terra che ci invidiano in tutto il mondo – ancora applausi – Se vinciamo sarà una politica europea che valorizzerà la Sicilia e i suoi prodotti. Quando vado al supermercato e vedo che un prodotto non è siciliano non lo compro”.
Si conferma, ancora, antieuropeista e con una attenzione al popolo che Matteo Salvini esprime, comunque, con un linguaggio semplice e diretto. La nota dolente della Lega, si sa, è l’immigrazione. Ma il candidato leghista non ha mancato, comunque, di ricordare Macerata: “Io non so cosa sia successo a Macerata – afferma – non so se quei tre o quattro nigeriani sono realmente colpevoli di ciò che hanno fatto a quella ragazza, tagliarla a pezzi, scuoiarla e metterla in valigia – continua a dire Salvini senza chiedersi se è o no in fascia oraria protetta – ma per il codice penale italiano potrebbero avere il rito abbreviato anche se sono le peggiori bestie al mondo”.
E nonostante ci si aspettasse, a questo punto, che Salvini parlasse apertamente di immigrazione, diplomaticamente il candidato ha deciso di spostare prima l’attenzione sulla riforma della scuola, sulla riduzione delle tasse e sulle agevolazioni per gli imprenditori per riprendere, poi, la questione dell’immigrazione come secondaria rispetto ai problemi che ha l’Italia. “Una volta la Lega si occupava soltanto del Nord – spiega Salvini – ma in un momento storico come questo in cui l’immigrazione è un disastro e l’Islam rischia di venirci a mangiare in testa ci sono alcuni problemi che dobbiamo combattere tutti insieme. Chi sceglie Lega sceglie un concetto che sta alla base di tutto: l’Italia. – prosegue – Sogno che tutti possano trovare qua un posto quando scappano dalla guerra ma con 4 milioni di poveri e 6 milioni di disoccupati italiani bisogna scegliere prima gli italiani stessi”.
E si rivolge anche ai giornalisti definendoli “quasi tutti di sinistra, tranne quelli presenti” perché, insieme al mondo degli intellettuali, della scuola, sono, per Matteo Salvini responsabili di aver orientato gli italiani contro gli italiani stessi. Per concludere, lancia una sfida ai messinesi: “Abbiamo mandato a casa Crocetta, adesso mandiamo a casa Renzi e dopo il 4 marzo consideratemi a vostra disposizione quando ci sarà la battaglia da fare perché a Messina ci sia un sindaco che oltre che liberare i tibetani liberi anche i messinesi“.
Matteo Salvini entra alla Camera di Commercio
L’intervento integrale di Matteo Salvini