di Palmira Mancuso – Non hanno scelto a caso la data del 27 gennaio. Dai triangoli rosa dello sterminio nazifascista alla legge Cirinnà sulle unioni civili, il passo è stato lungo. Anni di lotte per la libertà personale e per i diritti fondamentali, come quello, semplicemente di essere riconosciuti persone, di essere riconosciuti famiglia. Una data che è già nella memoria collettiva, e che la comunità gay messinese ha onorato partecipando con gioia all’unione civile del presidente dell’Arcigay Messina, Rosario Duca e di Alexandru Ioan Pascu.
A riconoscere la nuova famiglia, il sindaco Filippo Gervasio Bonansinga che ha inaugurato nel piccolo paese di Merì il registro delle unioni civili, all’interno del palazzo municipale dove una folla di amici della coppia e di giornalisti ha fatto da cornice alla emozionante cerimonia. Testimoni Mario Giovanni Colosi e Giuseppe Camarda. Ma la vera testimonianza è stata la presenza di quella che la presidente Lelat Anna Maria Garufi ha definito “la Messina libertaria, la Messina di cui ci sentiamo orgogliosi”.
Un orgoglio che nasce dalla conquista di una serenità per niente scontata. Soprattutto per Rosario Duca che con i suoi 55 anni, una vita senza famiglia (salvo poi la meravigliosa scoperta di una sorella gay da cu iera stato separto piccolissimo) si è impegnato costantemente per costruire non solo servizi a favore della comunità LGBTI messinese, ma per creare reti di conoscenza e solidarietà tra associazioni e istituzioni, giovani e adulti. Relazioni tra persone che hanno dato solidità e credibilità alla comunità LGBTI messinese. Un impegno politico che ha messo sulla strada di Rosario il più giovane Alex, 30 anni, romeno, con un amore nato in discoteca tre anni fa, con quelle prime parole scambiate al banchetto informativo di Arcigay sulla prevenzione dall’Aids.
Un amore a prima vista, che è diventato importate tanto da assumersi l’impegno di essere pubblicamente un riferimento, soprattutto per i più giovani alle prese con le difficoltà del dover comunicare alle famiglie la propria natura sessuale. Così anche chi scrive, parlando a nome dei colleghi presenti, ha voluto sottolineare anche la valenza sociale di scegliere un piccolo paese della fascia tirrenica, perchè la vita di un uomo può cambiare la storia e la storia può cambiare la vita di tutti. Un abbraccio ad Alex e Rosario che è giunto anche da Alessandro Russo, chiamato ad intervenire durante la cerimonia e che ha ripercorso le tappe politiche della nascita del registro delle unioni civili.
Una festa arcobaleno a cui tutti hanno voluto dare un contributo, dal taxi bardato coi sette colori e guidato da Barbara Di Carlo del direttivo Arcigay, fino alla strepitosa animazione delle drag queen Salvatore Piromalli in arte Doretta e Giancarlo Messina in arte Cherilyn, che da Reggio Calabria non hanno voluto far mancare l’ironia tipica del varietà, un metodo di lotta per l’emancipazione sicuramente non violento, sfoggiando un trucco e un abbigliamento volutamente appariscenti: un’ arte che ha “aperto i cancelli” a chi, ad esempio, non riconosce i riferimenti sessuali nelle canzoni di Orietta Berti.
Tra i presenti anche Lino e Vincenzo, che nella vicina Pace del Mela hanno celebrato le prime nozze gay in Sicilia, il 17 agosto 2016, coronando una storia di amore e politica nata 18 anni prima.
Immancabile il taglio della torta e il brindisi, che ha chiuso una festa tra amici, dove il mondo pareva perfetto: non c’era bisogno di distinguo, non era importante capire chi fosse gay o no, perchè l’amore non fa distione di genere. L’amore è solo amore. E ha tante di quelle sfumatore, che giusto un arcobaleno può rappresentarlo.
Ecco il video integrale dell’unione civile: