Ultimo capitolo dell’atto d’accusa della Procura nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia. Dopo 4 anni e 8 mesi di dibattimento e 210 udienze, oggi la Procura di Palermo formulera’ le richieste di pena per gli imputati: politici, carabinieri e mafiosi accusati di “dialogare” per mettere fine alle stragi del 1992 e 1993 in Sicilia e nel resto della Penisola.
I pm Vittorio Teresi, Roberto Tartaglia e i sostituti della Procura nazionale antimafia, Francesco Del Bene e Nino Di Matteo, formuleranno le richieste per i boss mafiosi Leoluca Bagarella, Giovanni Brusca e Antonino Cina; per gli ex ufficiali del Ros Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno; e per Massimo Ciancimino, Marcello Dell’Utri e l’ex ministro Nicola Mancino. Quest’ultimo deve rispondere del reato di falsa testimonianza; Ciancimino di concorso esterno in associazione mafiosa e calunnia nei confronti dell’ex capo della polizia Gianni De Gennaro. Tutti gli altri sono accusati di violenza e minaccia a Corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato.
Per la procura di Palermo, Marcello Dell’Utri era un autorevole interlocutore del dialogo con esponenti di Cosa nostra. Alla fine del 1993 il boss mafioso Leoluca Bagarella, cognato del capomafia Totò Riina, “sa della discesa in campo di Silvio Berlusconi per le politiche del 1994 e decide dirottare il suo sostegno a Forza Italia, e di fatto decide di dare sostegno a Marcello Dell’Utri attraverso i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Così, lascia perdere il movimento Sicilia Libera che aveva fondato e di fatto confluisce in Forza Italia”.
Questa la ricostruzione del pubblico ministero Francesco Del Bene nel proseguire la requisitoria nel processo “trattativa Stato-mafia”, davanti ai giudici della corte d’assise di Palermo presieduta da Alfredo Montalto.
“Nel 1993 l’ex senatore è reso disponibile a veicolare il messaggio intimidatorio dei mafiosi, cioè fermare le bombe in cambio di norme per l’attenuazione del regime carcerario. Ciò è avvenuto quando si è insediato il primo governo di centrodestra”
Un vero e proprio patto siglato dai boss alla fine del 1993 con l’ex senatore: le stragi si interrompono, tra Stato e mafia torna la pace.