Sono circa 400 i migranti arrivati al Porto di Messina. Le operazioni di sbarco sono iniziate questa mattina alle 9. Ad accoglierli le forze le forze dell’Ordine, l’Asp di Messina, il personale del 118, la Croce Rossa e le organizzazioni umanitarie.
Sono arrivati in Italia con l’ultima ondata di sbarchi che in questi giorni hanno segnato un picco di mortalità tra i bambini.
A Pozzallo ieri è attraccata la nave del Ong spagnola Golfo Azzurro del dispositivo internazionale Open Arms con a bordo tre salme. Tra queste quelle di due neonati. Uno di loro si chiamava Haid ed aveva tre mesi. Il piccolo è morto durante la traversata della nave diretta a Pozzallo.
Gli altri due corpi sono di un altro neonato, di appena 4 giorni, e di un giovane di 20 anni, trovati morti nel fondo dei barconi (come mostra la foto scattata dai volontari di Open Arms). Mentre ad Augusta sono in arrivo altri 179 migranti a bordo della nave del dispositivo Eunavformed operazione Sophia. A bordo c’è una salma, che porta a quattro il numero dei morti arrivati ieri in Sicilia.
Sono 11 le operazioni di soccorso che si sono susseguite negli ultimi giorni al largo della coste della Libia. Sono state salvate 1.457 persone che erano a bordo di un barcone, 7 gommoni e tre barchini. I soccorsi coordinati dalla sala operativa della guardia costiera di Roma, hanno visto impegnate motovedette della stessa Guardia costiera italiana e della Guardia di Finanza, navi del dispositivo EunavforMed operazione Sophia e delle Ong.
L’Ong “Open Arms” ha recuperato in mare due salme e 571 migranti, tra loro 188 donne, 153 minori e 30 neonati. Molti di loro, hanno reso noto gli equipaggi delle Ong, hanno problemi di salute anche gravi.
Mentre si fa sempre più difficile il lavoro dei volontari impegnati nel soccorso.
” Stiamo lavorando di nuovo al limite assoluto e non sarà possibile cambiare nei prossimi giorni.” dichiara in queste ore Klaus Merkle, coordinatore di ricerca e salvataggio a bordo dell’Aquarius che continua ad essere presente in zona Sar, nelle acque interazionali difronte la Libia.
In copertina una foto scattata da Federica Mameli/SOS Méditerranée lo scorso 27 dicembre 2017. Siamo nel Mediterraneo centrale. Nello shelter dell’Aquarius, una giovane ragazza somala riposa e tiene in braccio la figlia di soli due mesi. Madre e neonata, nata in Libia in un centro di detenzione, hanno entrambe il corpo ricoperto di scabbia.
In questi giorni Messina ha teso le orecchie sul dramma migranti, con le testimonianze del medico Bartolo di Lampedusa e della giornalista Palmira Mancuso.