Distrutti i bagni della struttura, sette sanitari a pezzi, le relative tubazioni divelte e acqua ovunque: questa l’amara sorpresa per i membri del comitato Parco Aldo Moro che mercoledì mattina, in occasione dell’intervento dei VV.FF. e del “centro recupero fauna selvatica” per salvare un cinghiale rimasto intrappolato in un cappio rudimentale dentro il parco, hanno constatato che qualcuno si era introdotto nell’area.
“Un atto vigliacco che puzza di intimidazione – denuncia il comitato – È nota a tutti la battaglia che il Comitato Parco Aldo Moro sta conducendo per la fruizione pubblica della struttura e già in precedenza piccoli gesti, come quello della chiusura dei cancelli con un ulteriore lucchetto, ci fecero pensare che qualcuno non condividesse la causa e la nostra presenza. L’azione gravissima subita però ci costringe ad una denuncia pubblica dell’accaduto. Il punto essenziale della nostra denuncia verte sul fatto che, a prescindere dalla natura di questo atto vile, qualcuno vuole rendere inagibile uno spazio liberato e reso, dopo decine di anni, fruibile alla cittadinanza. Non è un caso, secondo noi, che questa aggressione non sia avvenuta negli ultimi sette anni quando la struttura vigeva in totale stato di abbandono. Perché tutto questo avviene oggi dopo la costruzione di un Comitato che ha deciso di riaprirla e costruire un percorso di partecipazione condivisa che porti i cittadini e le cittadine ad usufruire di uno spazio che gli appartiene?
L’accordo che l’amministrazione comunale ha stipulato con INGV per le sole aree esterne non attenziona la cura dell’immobile. Anzi con quest’ultimo si sancisce in maniera definitiva la proprietà di INGV sulla struttura, che rimane in stato di abbandono. La mancanza di custodia, di manutenzione e di messa in sicurezza dei luoghi contribuiscono ad alimentare questi gesti.
Quanto accaduto non ha fatto altro che accrescere in noi la consapevolezza che questo spazio non deve rimanere incustodito e pertanto aumenteremo l’impegno di costruzione delle iniziative all’interno del Parco sia per prevenire questi ignobili gesti sia per costruire un senso di appartenenza al luogo da parte della città. Non molleremo di un centimetro fino quando non si manifesti una gestione democratica del parco attraverso nuove forme di partecipazione”.