Il 19 aprile prossimo il gup deciderà se rinviare a giudizio il deputato regionale e gli altri coinvolti nel caso Fenapi, l’inchiesta che l’8 novembre scorso ha portato agli arresti domiciliari il parlamentare regionale Cateno De Luca e il presidente della Fenapi ed ex sindaco di Alì, Carmelo Satta (misure cautelari revocate dopo l’interrogatorio di garanzia) e a finire sotto indagine altre otto persone, oltre al Caf fenapi Srl come persona giuridica, con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale.
Fissata infatti l’udienza in cui gli indagati dovranno comparire al Tribunale di Messina davanti al gup Simona Finocchiaro dopo la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Antonio Carchietti, a chiusura delle indagini. Davanti al gup sono chiamati a rispondere, oltre De Luca e Satta, vari collaboratori del parlamentare regionale, coinvolto come direttore generale della Fenapi, e consulenti dell’ente, ossia Cristina Triolo, Floretana Triolo, Antonino Bartolotta (sindaco di S. Teresa di Riva dal 1994 al 2003), Giuseppe Ciatto, Domenico Magistro, Francesco Vito, Carmelina Cassaniti (consigliere comunale a S. Teresa dal 2012 al 2017) e Fabio Nicita.
Il pm Carchietti ha lasciato inalterato l’impianto accusatorio contestato sin dall’inizio agli indagati e le ipotesi di reato che avrebbero consentito un’evasione fiscale da un milione 742mila euro, somma posta inizialmente sotto sequestro dalla Guardia di Finanza prima che il Tribunale del Riesame revocasse la misura cautelare disponendone la restituzione.
I coinvolti sono difesi dagli avvocati Carlo Taormina, Tommaso Micalizzi, Giovanni Mannuccia, Emiliano Covino, Sebastiano Campanella e Maria Grazia Bertilone.