Quarto appuntamento di “Una stagione di Spettacoli, uno spettacolo di Stagione”, che, sino a maggio, con un appuntamento al mese, animerà il Clan Off teatro di via Trento. La nuova stagione, sotto la direzione artistica di Mauro Failla e Giovanni Maria Currò, che quest’anno si arricchisce della collaborazione della Rete di drammaturgia contemporanea Latitudini, propone alcune tra le voci più interessanti della drammaturgia contemporanea con una particolare attenzione al meridione. Come per l’appuntamento di sabato 13 gennaio (repliche alle 18.30 e alle 21.30) e domenica 14 gennaio, alle 18.30 quando sul palco del Clan Off Teatro arriverà “Virginedda Addurata”, nuovo testo dell’autrice Giuseppina Torregrossa che vede in scena Egle Doria e Francesca Vitale, con la regia di Nicola Alberto Orofino, voce fuori campo di Fiorenzo Fiorito, disegno luci Simone Raimondo, costumi Monia Torchia, sartoria Nina Sarra Pistone, foto di scena Cristina Faramo, direzione organizzativa Renato Lombardo.
Che succederebbe se potessimo leggere nei pensieri dei Santi, che fissano chi li invoca immobili e impassibili nelle loro statue e immaginette, apparentemente condiscendenti a tutto quanto esca dalle bocche dei fedeli? Giuseppina Torregrossa si pone un simile dubbio-enigma in Virginedda Addurata (Vergine Adorata), e per creare una riflessione sul tema dà vita ad una diretta interessata: Santa Rosalia, patrona di Palermo. Rosalia visse gran parte della sua vita nel silenzio di una grotta, prima nei pressi di Agrigento, poi a Palermo. Fu dunque un’eremita. Abituata al silenzio, del tutto priva da condizionamenti di culture, media e tendenze dominanti, ma anche dalle controculture e dalle controtendenze. Se potesse parlare, una santa-eremita come Rosalia non darebbe a nessuno – né di maggioranza né di opposizione – le risposte che si aspetta. Nicola Alberto Orofino, regista dello spettacolo, ha tratteggiato con l’originalità che gli è propria il divino e l’umano che è in questa donna misteriosa, della cui vita si sa pochissimo e che fu conosciuta solo dopo la sua morte per il miracolo della guarigione palermitana dall’epidemia di peste che colpì la città nel 1624. Per dare voce a Rosalia la fertile penna di Giuseppina Torregrossa coglie spunto da un raccapricciante fatto di cronaca avvenuto a Trapani qualche anno fa. Un marito, con la complicità della sua amante, trascina in un agguato la moglie, al nono mese di gravidanza, le spacca la testa, la cosparge di benzina e poi le dà fuoco. Le protagoniste della storia, prima che la tragedia si compia, vanno tutte supplici dalla “Santuzza”. La vittima, la madre della vittima, la figlia della vittima e l’amante del marito. I racconti, confessioni ed invocazioni alla Santuzza consentono al pubblico di guardare allo specchio la natura di queste donne messe a nudo, le loro fragilità, le loro pochezze, ma anche l’appartenenza ad un sistema dove si sono smarriti i valori più semplici come il buon senso.
Giuseppina Torregrossa, medico e scrittrice, madre di tre figli, vive tra la Sicilia e Roma, dove ha lavorato per più di vent’anni come ginecologa, occupandosi attivamente, tra le altre cose, della prevenzione e cura dei tumori al seno. Nel 2007 ha pubblicato il suo primo romanzo, “L’assaggiatrice”, e con il monologo teatrale “Adele” ha vinto nel 2008 il Premio Opera Prima “Donne e teatro” di Roma. È autrice di numerosi romanzi, tutti best seller, tra cui ricordiamo “Il conto delle minne” (2009), “Manna e miele, ferro e fuoco” (2011) e “La miscela segreta di casa Olivares” (2014), editi da Mondadori, “Lezioni d’amore” (2013) e “A Santiago con Celeste” (2014).
VIRGINEDDA ADDURATA
di Giuseppina Torregrossa
con Egle Doria e Francesca Vitale
voce fuori campo Fiorenzo Fiorito
disegno luci Simone Raimondo
costumi Monia Torchia
sartoria Nina Sarra Pistone
foto di scena Cristina Faramo
direzione organizzativa Renato Lombardo
ufficio stampa Clarissa Mambrini
regia Nicola Alberto Orofino
Sabato 13 gennaio alle 18.30 e alle 21.30 e domenica 14 gennaio alle ore 18.30