Novità nelle procure siciliane in questi ultimi giorni. A Ragusa è Fabio D’Anna il nuovo procuratore capo. Il magistrato ha iniziato la sua carriera a Palmi, in Calabria, poi per 17 anni ha lavorato a Messina, prima di ottenere l’incarico a Caltanissetta. Sostituisce a Ragusa, Carmelo Petralia che adesso è procuratore aggiunto a Catania, dove da Messina è stato trasferito anche il procuratore Sebastiano Ardita.
Profondo conoscitore del fenomeno mafioso, D’Anna si dice pronto a mettere a frutto anche la sua personale esperienza: “Del fenomeno mafioso mi sono occupato in molte indagini, come sostituto a Caltanissetta, poi ho condotto parecchie indagini e molti sono stati i processi contro la ‘stidda’ nel triangolo Gela, Niscemi, Vittoria. Conosco bene questa tematica”. Per quanto riguarda il Ragusano, “da quello che mi e’ stato illustrato, la criminalita’ agisce in provincia di Ragusa ad ampio spettro: droga, caporalato, oltre al fenomeno degli sbarchi. Della criminalita’ organizzata si occupa naturalmente la Dia di Catania, ma daro’ il mio contributo tramite la mia esperienza”.
Una mafia evoluta non piu’ stragista ma pericolosa: “La mafia e’ tornata a lavorare sottobanco – ha detto il procuratore D’Anna -, e questo e’ molto piu’ pericoloso. Quello che si vede si combatte piu’ facilmente”. L’aggressione dei patrimoni, e’ una delle strada percorse per la lotta alla criminalita’. “L’aggressione ai patrimoni si e’ intensificata gia’ dal 2009, grazie a strumenti piu’ efficaci per approfondire tutta una serie di indagini, questi strumenti hanno consentito di ottenere maggiori risultati”. Seguite i soldi e troverete i mafiosi, diceva il giudice Falcone: “Si’, e’ quello che ho fatto a Messina, a Caltanissetta e continuero’ a fare a Ragusa. Anche se recentemente questo e’ un filone che riguarda piu’ la distrettuale ma riusciremo comunque a dare il nostro contributo”.
Nel corso della cerimonia di insediamento avvenuta davanti al collegio composto da Salvatore Barracca, Vincenzo Panebianco (presidenti delle sezioni Civile e Penale) e Claudio Maggioni, i saluti del vicepresidente dell’Ordine degli avvocati, Emanuela Tumino, del presidente della Camera penale degli Iblei, Michele Sbezzi, del procuratore facente funzioni, Marco Rota, che da marzo ha retto la Procura iblea. “Attendevamo con ansia il suo arrivo – ha detto Rota – Sono certo che apprezzera’ i sostituti, il personale degli uffici amministrativi. E’ una procura di qualita’ per le persone che ne fanno parte”.
Iole Boscarino, in rappresentanza della Procura generale, si e’ detta certa della continuita’ e della sinergia: “Ragusa e’ una procura di primo piano anche per il flusso imponente di migranti: sono certa che con il nuovo procuratore proseguira’ la proficua sinergia con il Procuratore generale Salvo Scalia”.
Il predecessore di D’Anna alla guida della Procura di Ragusa, Carmelo Petralia, rievoca gli anni 1999-2000 quando lavorarono insieme a Messina. Lui come delegato dalla procura generale. “Intervengo in doppia veste – ha detto Petralia – come rappresentante oggi della Dda di Catania e a nome del procuratore Zuccaro. Avra’ in questo distretto – dice rivolgendosi direttamente a D’Anna – un punto di riferimento sempre disponibile ed una strada arata perche’ alla Procura di Catania preme la collaborazione nell’obiettivo comune della repressione contro i reati della criminalita’ organizzata e di tipo mafioso. Intervengo come predecessore sicuro di consegnare un team eccellente di colleghi e di personale amministrativo e di polizia giudiziaria su cui poter contare”.
In conclusione D’Anna si e’ dichiarato “orgoglioso e soddisfatto di essere stato nominato a capo della Procura di Ragusa. Anche Messina vent’anni fa era considerata provincia ‘babba’ sciocca, come e’ considerata Ragusa oggi. Ma i fatti hanno dimostrato che non lo era dal punto di vista della criminalita’. Ragusa e’ la migliore provincia siciliana per la qualita’ della vita. Girano molto soldi e gli appetiti della criminalita’ non mancano. Non e’ provincia da sottovalutare sotto il profilo criminale. Lavorero’ con la collaborazione di tutti – ha concluso – perche’ con il nostro impegno questa provincia abbia l’immagine europea di una provincia ridente e dove la criminalita’ non esiste se non in limiti fisiologici”.