Pd spaccato e i giovani insorgono: “Proviamo vergogna per elezione Miccichè”

Foto LaPresse 16-01-2014 Roma Cronaca Giornata nazionale di mobilitazione Usb contro il jobs act. Manifestazioni davanti alle sedi del Partito Democratico in tutte le maggiori città Italiane. Sede PD, Largo del Nazareno

“Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri Parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione  della Presidenza dell’Assemblea”. E’ la denuncia di un gruppo di  Giovani democratici siciliani che contestano l’elezione del neo  Presidente Ars Gianfranco Miccichè, eletto grazie anche al voto di  quattro deputati del Pd.

“Andando ben oltre il riconoscimento  dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza  Italia nonché uomo di punta del centro destra è un atto vergognoso e  privo di rispetto verso gli elettori e la storia del PD – dicono –  Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e  condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano  schieramento in base alla propria convenienza”.

“A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro – dicono – Non  possiamo accettare l’assimilazione populista che asserisce che i  politici sono tutti uguali: il nostro impegno politico è sempre stato  segnato dai valori fondamentali della sinistra, dei principi di  legalità e riscatto di una generazione chiamata a rimboccarsi le  maniche, pagando il prezzo di una politica collusa con gli interessi  di pochi. Oggi non possiamo più stare in silenzio. Come possiamo  presentarci alternativi ad altre forze politiche se poi legittimiamo i nostri avversari sugli scranni più alti del Parlamento Siciliano? Come possiamo essere credibili quando diciamo che non governeremo con la  destra dopo il voto, se in Sicilia, dopo una sconfitta, alcuni dei  parlamentari del PD si consegnano, mortificando le Istituzioni,  rappresentando il peggiore trasformismo che ha impoverito e condannato la nostra terra? Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in  un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio  di cortesia all’interno di un ceto politico?”.

“Chiediamo alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di  rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le  distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti.  Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per  questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”, chiedono.

“Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri Parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione  della Presidenza dell’Assemblea”. E’ la denuncia di un gruppo di  Giovani democratici siciliani che contestano l’elezione del neo  Presidente Ars Gianfranco Miccichè, eletto grazie anche al voto di  quattro deputati del Pd. “Andando ben oltre il riconoscimento  dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza  Italia nonché uomo di punta del centro destra è un atto vergognoso e  privo di rispetto verso gli elettori e la storia del PD – dicono –  Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e  condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano  schieramento in base alla propria convenienza”.

“A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro – dicono – Non  possiamo accettare l’assimilazione populista che asserisce che i  politici sono tutti uguali: il nostro impegno politico è sempre stato  segnato dai valori fondamentali della sinistra, dei principi di  legalità e riscatto di una generazione chiamata a rimboccarsi le  maniche, pagando il prezzo di una politica collusa con gli interessi  di pochi. Oggi non possiamo più stare in silenzio. Come possiamo  presentarci alternativi ad altre forze politiche se poi legittimiamo i nostri avversari sugli scranni più alti del Parlamento Siciliano? Come possiamo essere credibili quando diciamo che non governeremo con la  destra dopo il voto, se in Sicilia, dopo una sconfitta, alcuni dei  parlamentari del PD si consegnano, mortificando le Istituzioni,  rappresentando il peggiore trasformismo che ha impoverito e condannato la nostra terra? Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in  un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio  di cortesia all’interno di un ceto politico?”.

“Chiediamo alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di  rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le  distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti.  Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per  questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”, chiedono.

 

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