“Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri Parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della Presidenza dell’Assemblea”. E’ la denuncia di un gruppo di Giovani democratici siciliani che contestano l’elezione del neo Presidente Ars Gianfranco Miccichè, eletto grazie anche al voto di quattro deputati del Pd.
“Andando ben oltre il riconoscimento dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centro destra è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del PD – dicono – Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza”.
“A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro – dicono – Non possiamo accettare l’assimilazione populista che asserisce che i politici sono tutti uguali: il nostro impegno politico è sempre stato segnato dai valori fondamentali della sinistra, dei principi di legalità e riscatto di una generazione chiamata a rimboccarsi le maniche, pagando il prezzo di una politica collusa con gli interessi di pochi. Oggi non possiamo più stare in silenzio. Come possiamo presentarci alternativi ad altre forze politiche se poi legittimiamo i nostri avversari sugli scranni più alti del Parlamento Siciliano? Come possiamo essere credibili quando diciamo che non governeremo con la destra dopo il voto, se in Sicilia, dopo una sconfitta, alcuni dei parlamentari del PD si consegnano, mortificando le Istituzioni, rappresentando il peggiore trasformismo che ha impoverito e condannato la nostra terra? Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio di cortesia all’interno di un ceto politico?”.
“Chiediamo alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti. Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”, chiedono.
“Proviamo vergogna per il comportamento di alcuni dei nostri Parlamentari rispetto al voto per l’assegnazione della Presidenza dell’Assemblea”. E’ la denuncia di un gruppo di Giovani democratici siciliani che contestano l’elezione del neo Presidente Ars Gianfranco Miccichè, eletto grazie anche al voto di quattro deputati del Pd. “Andando ben oltre il riconoscimento dell’onore delle armi, il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centro destra è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del PD – dicono – Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza”.
“A questi, se ne sono aggiunti, da ieri, altri quattro – dicono – Non possiamo accettare l’assimilazione populista che asserisce che i politici sono tutti uguali: il nostro impegno politico è sempre stato segnato dai valori fondamentali della sinistra, dei principi di legalità e riscatto di una generazione chiamata a rimboccarsi le maniche, pagando il prezzo di una politica collusa con gli interessi di pochi. Oggi non possiamo più stare in silenzio. Come possiamo presentarci alternativi ad altre forze politiche se poi legittimiamo i nostri avversari sugli scranni più alti del Parlamento Siciliano? Come possiamo essere credibili quando diciamo che non governeremo con la destra dopo il voto, se in Sicilia, dopo una sconfitta, alcuni dei parlamentari del PD si consegnano, mortificando le Istituzioni, rappresentando il peggiore trasformismo che ha impoverito e condannato la nostra terra? Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio di cortesia all’interno di un ceto politico?”.
“Chiediamo alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti. Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”, chiedono.