Accordi sotterranei, tradimenti, inciuci. La legislatura per il Pd si apre all’insegna della polemica dopo il voto che ha consegnato la presidenza dell’Ars a Gianfranco Miccichè, eletto con 4 voti provenienti dal Pd e dal 2 dal centrosinistra: il sostegno ufficiale dei due deputati di Sicilia Futura e il voto segreto di quattro deputati dem. E nel partito democratico scoppia la polemica, con forti accuse di tradimento.
“Il voto ha dimostrato che il centrodestra non era autosufficiente nel determinare l’elezione del presidente dell’Assemblea regionale siciliana e che era, dunque, giusto chiedere un’intesa istituzionale che riconoscesse la dignità politica delle opposizioni, così come abbiamo ripetutamente chiesto alla maggioranza”. A dirlo è Fausto Raciti, segretario regionale siciliano del Pd, commentando l’esito del voto d’Aula che ha incoronato il leader azzurro Gianfranco Miccichè presidente dell’Assemblea regionale siciliana.
“Se il capo di Forza Italia in Sicilia oggi è presidente dell’Ars – aggiunge il segretario democratico – lo si deve a sei parlamentari eletti tra le fila del centrosinistra. Ora è chiaro perché la maggioranza riteneva di poter imporre le proprie condizioni alle forze di opposizione. Chi si è assunto la responsabilità, a viso aperto o nel segreto dell’urna, di consentire questo non ha fatto una scelta istituzionale, ma politica che colpisce la credibilità del Pd e del centrosinistra a vantaggio dei nostri avversari alle elezioni politiche, e il buon funzionamento delle istituzioni. Chi ci ha dato fiducia, non merita questo trattamento”.
Luca Sammartino (il recordman di voti in Sicilia) prova a calmare le acque e commenta così a sua volta il voto col quale è stato eletto il presidente dell’Ars.“L’area renziana del Pd era, fin dall’inizio e in linea con ciò che ha sempre fatto, favorevole ad un accordo istituzionale di alto profilo e contraria a qualsiasi accordo con i 5 stelle proposto, invece, da altri esponenti del partito. Certificata l’impossibilità di un accordo che uscisse dalle logiche spartitorie e fosse frutto solo dell’interesse della Sicilia siamo confluiti su un candidato presidente espressione proprio dell’area renziana come Nello Dipasquale. Chi ha scelto diversamente nel segreto dell’urna si assume la responsabilità, personale e politica, delle sue scelte e dei suoi, eventuali, accordi sotterranei”
“Non vogliamo, tuttavia, inscenare una caccia alle streghe, continua Sammartino, si concluderebbe facilmente con un risultato ovvio per chiunque sappia fare due più due. Non ci stiamo al gioco dei sospetti e ricordiamo, ancora una volta, che il candidato ‘tradito’ era il nostro”
“Continuare su questa polemica sarebbe sterile. E’ opportuno, invece, che si recuperi subito uno spirito di unità in aula per la gestione delle legislatura nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione che sono profondamente diversi ma entrambi importanti”
“Innanzi tutto intendo rivolgere un grande augurio di buon lavoro al presidente Gianfranco Miccichè per il ruolo che va a ricoprire, che è di grande importanza per garantire tutte le forze politiche presenti al parlamento siciliano. Ringrazio i parlamentari del Pd che hanno indirizzato la loro preferenza nei miei confronti. La mia, voglio chiarirlo, altro non era che una candidatura di servizio: mi era stato detto che sarebbe stata utile al partito e ho accettato senza esitazione”. Lo ha detto il deputato regionale del Pd Nello Dipasquale.
“Evidentemente – prosegue il deputato del Pd – alcuni colleghi non hanno gradito e condiviso. Sarebbe stato sufficiente dirlo per tempo e li avrei sollevati dall’imbarazzo di dover votare qualcun altro invece del sottoscritto, evitando di candidarmi alla presidenza dell’Ars. Poco male: il Pd è una forza politica unita, nonostante l’episodio odierno, e faremo valere il nostro peso nel parlamento regionale, anche dall’opposizione”.
“Abbiamo lavorato in questi giorni per un accordo istituzionale che tenesse dentro tutte le forze politiche senza inciuci e senza implicazioni politiche. Fallita questa ipotesi abbiamo presentato la candidatura di Nello Di Pasquale proprio per rappresentare in maniera trasparente la posizione del PD. Chi ha scelto di non votarlo deve assumersene la responsabilità”.
Così il presidente del Pd siciliano Giuseppe Bruno ha commentato quanto avvenuto in Sala d’Ercole per l’elezione del presidente dell’Ars. “Da oggi – ha aggiunto – occorre però rilanciare l’azione politica del nostro partito in Sicilia quale forza di opposizione al governo di destra recuperando il dialogo coi siciliani dinanzi alle tante emergenze della nostra terra”.
In serata è intervenuto l’ex assessore alla Sanità, Baldo Gucciardi: “Oggi i quattro franchi tiratori del PD all’Ars hanno inferto un colpo mortale alla credibilità del partito, della politica e delle istituzioni parlamentari. Oltre al disappunto per aver tradito un deliberato unanime del gruppo parlamentare del PD anche l’indignazione per un gesto inaccettabile e ingiustificabile che mette in discussione la base stessa della convivenza all’interno del partito. – aggiunge – Senza un chiarimento profondo e reale difficilmente potrà essere sanata questa ferita che turba non soltanto la dirigenza del PD ma migliaia di militanti che increduli esigono le scuse di chi ha ritenuto di violare le regole più elementari del nostro partito”.