Aula Magna gremita, autorità in prima fila, tra cui il neo presidente della Regione Musumeci, ermellini e formalità per inaugurare il nuovo anno accademico.
Ospite d’onore un “ex” studente dell’ateneo, oggi ministro degli interni in quota a quel PD, partito a cui appartengono diverse figure accademiche dell’ateneo messinese, non ultimo il neodeputato Francesco De Domenico.
“E’ per me uno straordinario piacere – ha dichiarato il sen. Marco Minniti – prendere parte a questa solenne Cerimonia, per due ragioni in particolare: l’Università degli Studi di Messina rappresenta un pezzo di storia culturale del nostro Paese, capace di forgiare molte personalità che hanno lasciato il segno in Italia e all’estero, inoltre io stesso sono stato studente di questo Ateneo e mai avrei immaginato di poter raggiungere questi risultati. Nella vita vi sono sliding doors che ti possono condurre ad avere incarichi ben oltre le attese. Questa città ha, storicamente, sempre avuto rapporti con l’altra parte dello Stretto e si trova al centro di un mare, il Mediterraneo, oggi inquieto che, però, continua a rappresentare il futuro di Messina, di Reggio Calabria, della Sicilia, della Calabria, del Mezzogiorno e di tutto il Paese. In quest’epoca di interconnessioni in cui questo mare svolge un ruolo fondamentale ed in cui l’attualità della minaccia terroristica ha raggiunto un livello senza precedenti, la democrazia è la risposta giusta per fronteggiare la paura. Sicurezza e libertà, all’interno delle istituzioni democratiche non sono in contraddizione, ma in stretto legame fra loro. La storia del nostro Paese e di questa regione ce lo insegna. La Sicilia ha lottato contro il terrorismo mafioso, lo stesso che ha ucciso il Giudice Falcone e tanti altri, e lo ha fatto mediante valori democratici. Il nostro futuro sarà sempre più collegato ed interconnesso ad altre realtà e ciò fa sì che non possiamo accettare la semplicistica equazione fra terrorismo ed immigrazione, bensì fra terrorismo e integrazione”.
“Le migrazioni, e tutte le loro implicazioni in termini di sicurezza economica e sociale- ha detto il Rettore, prof. Pietro Navarra (foto a sx di Enrico Di Giacomo), all’ apertura della Cerimonia – sono una delle grandi questioni del XXI secolo. Un cambiamento rapido e profondo cui la popolazione italiana non è stata sufficientemente preparata con i necessari investimenti di tipo culturale o educativo, con la conseguenza di considerare l’arrivo di chi è nato sotto un altro sole come una minaccia allo sviluppo e all’identità nazionale. L’Università di Messina da circa un anno sta dando un contributo importante nell’analisi delle migrazioni in Sicilia coordinando un importante progetto in collaborazione con la Regione Siciliana, il Ministero dell’Interno, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e l’Ufficio Scolastico Regionale. Si tratta di un progetto del valore di 1,2 milioni di Euro, finanziato dal Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione, che ha l’obiettivo di istituire un Osservatorio finalizzato alla conoscenza delle caratteristiche e delle dinamiche del fenomeno migratorio in Sicilia e in Italia e fornire uno strumento tecnico a servizio dei decisori pubblici per la programmazione di interventi sistematici nel settore”.
Il rettore si è poi concentrato sulla realtà locale. “Mentre assistiamo allo spopolamento sistematico delle nostre città legato alla inesorabile fuga di giovani, di professionisti affermati e di anziani in pensione – ha continuato- l’Università di Messina è diventata sempre più attrattiva, in pochi anni è stata capace di invertire decisamente la tendenza recuperando quanto aveva perduto. Rispetto alla media degli anni antecedenti all’insediamento di questa amministrazione, gli studenti stranieri sono aumentati del 488%. Mi piace in questa sede annunciare che per il prossimo anno accademico è in programmazione un Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia in lingua inglese, il primo in Sicilia e il secondo nel Meridione”.
Nel tracciare il bilancio dell’anno appena concluso il Rettore ha anche voluto evidenziare gli sforzi in termini economici. “Agli investimenti dell’Università – ha concluso – vanno aggiunti quelli del piano pluriennale di potenziamento della sanità universitaria presentato nello scorso mese di febbraio e sostenuto congiuntamente con l’Azienda Ospedaliera Universitaria. Il valore complessivo degli investimenti in lavori strutturali e per l’acquisto di tecnologia è di circa 70 milioni di Euro, di cui il 40% è già in via di realizzazione. Sul versante del reclutamento, nel 2017 tra nuove assunzioni, stabilizzazioni e mobilità di medici, infermieri e tecnici, l’Azienda Ospedaliera ha avviato procedure che interessano oltre 160 persone.La politica di investimenti in risorse umane e infrastrutturali è stata promossa in questi anni con l’obiettivo di consegnare alla comunità accademica, alla scadenza del sessennio di mandato, una università più moderna, tecnologicamente avanzata e più sicura”.
“Ringrazio particolarmente, come sempre, il personale tecnico-amministrativo – ha esordito il prof. Francesco De Domenico, Direttore Generale dell’Ateneo e neoletto all’Ars nel Pd- che costituisce l’ossatura portante dell’amministrazione e che mi ha supportato con passione e competenza non solo in questo anno accademico appena trascorso ma anche lungo il percorso di questi cinque anni che, guardando a ritroso, mi sembra che siano volati in un lampo. La cerimonia di quest’anno assume per me un significato particolare perché dal prossimo 15 dicembre lascerò quest’incarico. Essere stato il Direttore Generale dell’Università dove mi sono formato e dove poi ho operato come docente è per me motivo di grande orgoglio. Lo dico con grande commozione e un pizzico di anticipata malinconia. Dirigere un Ateneo prestigioso come quello di Messina è sicuramente un lavoro di grande impegno e responsabilità; spero, pertanto, di averlo svolto efficacemente, di aver fornito un buon servizio alla comunità, ma soprattutto di averlo svolto “con umanità”. Dobbiamo ripensare, infatti, agli enti come organismi vitali, fatti di uomini più che di strutture, di intelligenze emotive e stimolanti e non solo di capacità lavorative e competenze professionali”.
Subito dopo sono intervenuti il dott. Simone Paratore, in rappresentanza del personale tecnico amministrativo e il dott. Francesco Ferraù, in rappresentanza dei Dottorandi e degli Assegnisti.
“Penso che al personale tecnico-amministrativo- ha sottolineato il dott. Paratore– sia giusto chiedere competenze e professionalità, che peraltro già in larga misura all’Università di Messina ha acquisito con successo, ma è altrettanto giusto concedere finalmente un rinnovo contrattuale dignitoso che colmi un diritto che oggi è violato. Il legislatore negli ultimi decenni non sembra aver adeguatamente compreso e assecondato il ruolo così importante svolto dalle università, falcidiando finanziamenti, corsi di studio e organici, destinando alle università italiane e alla ricerca percentuali di investimenti pubblici che sono oggi tra le più basse in Europa”.
“Il dottorando di ricerca – ha detto il dott. Ferraù– vive tutte le complessità di una figura con una doppia anima: quella dello studente e quella del precario della ricerca. Da studenti sarebbe quantomeno ingeneroso non apprezzare la notevole sensibilità dimostrata da questa Amministrazione nell’aver accolto le nostre istanze relativamente alla tassazione degli stu- denti dei cicli di dottorato in corso, e per aver detassato i dottorandi senza borsa di studio, rinunciando ad un contributo economico considerevole in un frangente di grande sofferenza economica per il sistema universitario nazionale”.
La prolusione ai Corsi è stata tenuta dalla prof.ssa Lucia Risicato, ordinario di Diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza, sul tema: “Diritto alla sicurezza e sicurezza dei diritti: un ossimoro invincibile?”. La prof.ssa Risicato ha offerto una affascinante lettura delle problematiche connesse al rapporto fra diritto società e sistema politico.