I Carabinieri del Comando Provinciale di Messina hanno eseguito tra la provincia di Messina e quella di Catania, un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Patti (ME) su richiesta di quella Procura della Repubblica, nei confronti di 33 soggetti (fra cui avvocati, medici, periti e collaboratori di diversi patronati) ritenuti responsabili – a vario titolo – di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, truffa ai danni dell’I.N.P.S., falsa perizia, falso in atto pubblico e altro, e la contestuale notifica di ulteriori 69 avvisi di garanzia ad altrettanti indagati.
Presso il Comando Provinciale dei Carabinieri di Messina, si è tenuta una CONFERENZA STAMPA per illustrare l’operazione denominata Pathology.
Ecco il documento integrale:
Lei avvocato, lui medico, compagni nella vita, nella professione e nelle truffe, da anni avevano messo su una collaudatissima associazione per delinquere in grado di fare avere pensioni di invalidità civile, indennità di accompagnamento, status di portatore di handicap a chi non ne aveva diritto. Un falso certificato medico che attestava una patologia cardiologica costava 200 euro, uno per un problema ortopedico 150. Avvocati, medici specialisti e liberi professionisti (ben 27), funzionari dell’Inps, collaboratori di patronati e persino dipendenti del tribunale di Patti (Messina) avrebbero causato un danno patrimoniale all’Inps per un milione di euro spartendosi ingenti somme come percentuale delle indennità non dovute che riuscivano a far ottenere ai loro “clienti” di tutto il comprensorio dei Nebrodi gravitante tra Patti e Sant’Agata di Militello.
La truffa è stata scoperta dai carabinieri del comando provinciale di Messina che questa mattina, su ordine del gip Eugenio Aliquò, hanno notificato 33 misure cautelari e 69 avvisi di garanzia ai componenti dell’associazione accusati a vario titolo di corruzione in atti giudiziari, truffa ai danni dello Stato, falsa perizia e falso in atto pubblico.
In carcere sono finiti quelli che gli inquirenti ritengono i grandi burattinai del business, l’avvocatessa Anna Ricciardi, di Brolo, già vicepresidente del Consiglio comunale del paese, e il suo compagno, il medico Francesco Piscitello. Nel loro studio medico-legale avrebbero ricevuto decine di clienti particolari dai quali riuscivano a farsi consegnare dal 50 per cento fino al totale degli arretrati delle indennità che, grazie ai loro complici nelle stanze giuste, riuscivano a far ottenere. Arresti domiciliari per un’altra avvocatessa di Sant’Agata di Militello, Teresa Notaro, per i gestori di uno studio di consulenza fiscale Vincenzo Princiotta e Ilenia De Luca, per Maria Di Gaetano e Rosaria Lo Presti, che gestiva un patronato. Dieci i provvedimenti di obbligo di dimora che hanno colpito Antonino Pino, collaboratore di studio della Ricciardi, altri titolari di patronati come Genoveffa Scaffidi Chiarello, Giusi Mincica e Genoveffa Cadili, altri due procacciatori di clienti di Messina, Daniela Calabrese e Francesco Di Giorno. E ancora Giuseppe Armeli, Sebastiano Conti Nibali, Stefano Marra e Nuccio Mangano.
Per i tanti medici coinvolti, il gip ha deciso la misura dall’interdizione della professione per periodi che vanno dagli otto mesi a un anno: i cardiologi Giovanbattista Bruni e Rosario Germanà, gli ortopedici Antonino Furnari dell’ospedale di Sant’Agata di Militello e Pippo Spatola di Patti ma anche per altri otto medici che avrebbero firmato consulenze tecniche fasulle: Iole Donzì, Maria Giovanna Barbitta, Giuseppe Di Santo, Marianna Faraci, Bruno Fazio, Giuseppe Fulco, David Fazio, Rosario Di Stefano e Giorgio Giannitto.
Interdizione anche per il direttore dell’Inps di Barcellona Pozzo di Gotto Antonino Ventura e la funzionaria dell’Inps di Patti Margherita Salpietro. Coinvolti nella truffa anche tre cancellieri e un assistente giudiziario del tribunale di Patti accusati di aver incassato somme proporzionali agli importi delle indennità ottenute indebitamente. Sui loro conti, la guardia di finanza di Patti ha operato un sequestro preventivo per equivalente di oltre 500.000 euro.
Almeno 15 gli episodi documentati dai carabinieri che in un caso hanno filmato la dazione di denaro di 2.500 euro all’avvocato Ricciardi e al dottor Piscitello da parte del cittadino che aveva ottenuto il giudizio favorevole.