“I primi anni di governo saranno difficili”. Il Governatore Musumeci lancia l’allarme sullo stato di salute delle casse regionali. Infatti ammonta a 5 miliardi di euro il deficit accumulato negli ultimi anni.
«E’ fuor di dubbio – sottolinea il governatore in una intervista al quotidiano La Sicilia – che la crisi finanziaria condizionerà l’operato del governo almeno per i primi anni. Non voglio polemizzare con il governo precedente. Lo dico con la sobrietà che un presidente deve avere. Ma va detto che la condizione delle finanze della Regione, con le Partecipate quasi tutte in deficit, si presenta drammatica. Perciò urge un confronto sereno con il governo centrale».
A partire dall’ipotesi di una norma salva-Sicilia in Finanziaria come exit strategy per la mancata approvazione del consolidato? «Se ancora siamo in tempo per poterla chiedere, certamente – aggiunge Musumeci – In tal caso bisognerebbe che fosse introdotta a Palazzo Madama».
Intanto lo stesso governatore ha annunciato che mercoledì 6 dicembre volerà a Roma per incontrare i ministri Delrio e Galletti per affrontare insieme il tema delle infrastrutture e quello dell’emergenza rifiuti che attanaglia non poco la Sicilia, in particolare nelle grandi città delle tre aree metropolitane di Palermo, Catania e Messina.
“Leggo ancora una volta le dichiarazioni del Presidente Musumeci rispetto alle presunte difficoltà finanziarie della Regione. Mi aspetterei, conoscendo la serietà del Presidente, informazioni più precise e puntuali e una maggiore competenza”. Lo dice l’ex assessore regionale al Bilancio, Alessandro Baccei, in replica a quanto affermato dal neo governatore riguardo ai conti di Palazzo d’Orleans. “Cinque miliardi di deficit, o 8 miliardi se consideriamo le anticipazioni di liquidità, comunque ereditati dai governi Lombardo e Cuffaro – afferma Baccei -. Sono tanti? Il numero in assoluto non è rappresentativo di nulla, come ben chiariscono le agenzie di rating che ogni anno danno un giudizio sull’affidabilità del bilancio della Regione, giudizio, lo ricordiamo, rimasto stabile negli ultimi anni e allo stesso livello di quello della Repubblica Italiana e delle Regioni più affidabili”.
“Il deficit va visto in relazione alle entrate annuali della Regione (pari a 13 miliardi, e rispetto a questo le agenzie di rating lo giudicano contenuto) e rispetto alla capacità di far fronte alle rate di mutuo, e in questo caso avendo dato copertura nel bilancio di previsione triennale, e comunque sempre nel passato, le agenzie di rating lo giudicano sotto controllo – prosegue Baccei -. In proporzione, considerando i tassi d’interesse attuali e la durata dei mutui è come se una persona che guadagna 20mila euro netti al mese considerasse drammatica la sua situazione perché deve pagare meno di mille euro al mese di rata di mutuo. Quindi il deficit è contenuto e sotto controllo e per questo non può causare problemi né tanto meno un fantomatico default. Per quel che riguarda le partecipate, la Regione è già al terzo piano di ristrutturazione presentato e puntualmente attuato. Ad oggi rimane veramente aperta la sola questione di Riscossione Sicilia, che richiede una decisione più ampia in sinergia con Agenzia delle Entrate-Riscossione, in un tavolo che già è stato avviato dal precedente governo. Le altre società hanno il Bilancio sotto controllo, dopo gli interventi, anche dolorosi, effettuati negli ultimi anni”. L’ex assessore al Bilancio conclude: “Allora forse è meglio chiarirsi le idee prima di rappresentare a Roma situazioni inutilmente allarmistiche”.