Trenta giorni per dire NO e impegnarsi contro la violenza sulle donne, in memoria di tutte quelle che non ci sono più, per tutte quelle che ci sono ancora e per le donne del domani.
È con un bilancio positivo, infatti, che sta per concludersi a Messina la campagna “#30giorniNO”, un mese di iniziative volte a informare, sensibilizzare, ricordare e raccontare storie di vittime e storie di difensori dei diritti delle donne, che ieri, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ha raggiunto il momento cruciale.
Grazie alla sinergia fra “Posto occupato”, la Giunta comunale, e le diverse associazioni di genere della città, l’impegno quest’anno è andato oltre il 25 novembre, diffondendosi in maniera capillare su tutto il territorio di Messina e provincia.
L’iniziativa ha permesso, infatti, la realizzazione di diverse manifestazioni, incontri ed eventi. Al cospetto del Tribunale di Messina, è stata la “Panchina rossa”, posta il 14 novembre scorso da Vera Squadrito e Giovanna Zizzo, madri di due donne vittime di femminicidio, a inaugurare la campagna.
Messina, infatti, è sempre più spesso protagonista e scenario di uxoricidi e violenze contro le donne, come quella di Omayma Benghaloum, uccisa dal marito in casa, il 4 settembre 2015, sotto gli occhi delle quattro figlie, tutte minorenni.
E mentre nelle aule del tribunale Ylenia Bonavera, vittima di violenza da parte del fidanzato, continua a difendere il suo aggressore durante il processo ancora in corso, la nostra città ricorda, anche, le donne che hanno dedicato la loro vita per difendere i diritti di tutte le altre donne.
Alla memoria della Prof.ssa Antonella Cocchiara è dedicata, infatti, lunedì alle 9.30 la presentazione del volume “La violenza contro le donne nella storia. Contesti, linguaggi, politiche del diritto (secoli XV-XXI)“, nell’aula “L. Campagna” del Dipartimento di Scienze politiche.
Ieri comunque si è registrata grande partecipazione a tutte le iniziative messe in campo .
Piazza Cairoli ha ospitato l’ultima tappa del “Progetto camper” promosso dalla Questura di Messina, che ha visto i militari dell’arma incontrare studenti, genitori, insegnanti e passanti per spiegare come denunciare e come proteggersi in caso di violenza.
E molto partecipato è stato anche il sit-in “Non Una di Meno” che si è svolto nella Galleria Vittorio Emanuele, che, grazie agli interventi del CEDAV, del CIRS, di Arcigay, dell’Unione degli Studenti e della Sinistra Clasase Rivoluzionaria, ha sottolineato l’importanza della discussione e dell’informazione sulle diverse sfaccettature del problema.
Il Gruppo Pari Opportunità di CMdB continua a proporre l’intitolazione di una piazza, una via o un giardino alle vittime di femminicidio, come luogo di meditazione e memoria in città nonostante sia già arrivato il No da parte della Commissione Toponomastica.
Intanto restano allarmanti i dati diffusi dalla CGIL di Messina che afferma come “Il numero degli omicidi scende, ma aumenta la percentuale delle donne uccise: secondo il quarto Rapporto Eures tra il 2015 e il 2016 i femminicidi in Italia sono passati da 142 a 150 (+5,6%) e sono 114 le donne uccise per mano di un uomo nei primi 10 mesi del 2017. Dal 2000 a oggi le donne vittime di omicidio volontario nel nostro Paese sono state 3mila, con modalità sempre più feroci”. (Marina Pagliaro)