“Apprendiamo dal sito dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali che il prossimo 24 ottobre si terrà a Messina, presso i locali del nuovo Hotspot (‘newly established hotspot’ cit.), un workshop sulla Carta europea dei diritti fondamentali rivolto a numerose tipologie di operatori. All’evento sono invitati rappresentanti del ministero degli Interni, autorità di altri hotspot italiani, rappresentanti della Commissione europea, operatori di Frontex, Easo, Europol, Unhcr, Iom, varie organizzazioni non governative, operatori sanitari locali, assistenti sociali e mediatori culturali”.
È quanto si legge in una nota dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela dalla quale si evince che l’Unione Europea conferma la nascita di un hotspot. Alla “Contrarietà” e al “rammarico” dell’Ufficio diocesano Migrantes è seguita una nota del Comune di Messina, che sembra attestare come la nascita di questo hotspot sia avvenuta senza il consenso dell’amministrazione.
“Ci inquieta e disorienta la divergenza di informazione in merito al nuovo centro presso la ex Caserma “Gasparro” – si legge nel comunicato ufficiale – Da un lato la comunicazione ufficiale del governo territoriale, riguardante la realizzazione di un Centro di Primo Soccorso e Accoglienza (CPSA), deputato alle operazioni di identificazione dei migranti e di avvio delle procedure per il riconoscimento dello status di richiedente asilo e protezione, allocato attorno al Centro di Accoglienza Straordinaria (CAS), già attivo da tempo. Dall’altro la nota pubblicata dall’European Union Agency for Fundamental Rights che, nell’annunciare il seminario che si terrà nella nostra città sui temi dell’accoglienza, fa riferimento ad un hot spot a Messina.
È chiaro comunque che, al di là della nomenclatura, questa Amministrazione ribadisce il suo rigettare un modello di accoglienza costruito sul trattenimento e detenzione dei migranti e i cui tempi di attesa nel riconoscimento e identificazione possono essere lesivi della dignità e della libertà individuale. Modello ancora più inadatto a fronteggiare le ultime inquietanti evoluzioni del sistema di sbarco, all’indomani della creazione dei “centri” libici”.
L’Amministrazione con l’assessore Santisi, ribadisce di aver investito nella seconda accoglienza rivolta ai piccoli numeri e proiettata all’integrazione e accompagnamento dei nuovi cittadini provenienti dalle rotte migratorie. “Lo dimostra il numero di posti nelle case comprese nel Sistema di Accoglienza per Rifugiati e Richiedenti Asilo (SPRAR), “buona prassi” a livello europeo che vede impegnata la rete degli enti locali con gli organismi del terzo settore nella presa in carico dei migranti. Oggi nel sistema SPRAR la nostra città dispone di 20 posti “ordinari” (adulti e nuclei familiari), di 71 posti per vulnerabili (donne sole con bambini e persone con disabilità), di 37 posti per minori non accompagnati e continua partecipando ai Bandi per ampliare la platea dei beneficiari, a cui si aggiungono strutture accreditate di seconda accoglienza per minori e iniziative diffuse rivolte all’integrazione vera”.
L’apertura nella nostra città dell’undicesimo hotspot italiano dopo Lampedusa, Pozzallo, Trapani, Taranto, Palermo, Siracusa (Augusta), Cagliari, Reggio Calabria, Crotone, Corigliano Calabro è dunque arrivata ad opera compiuta?