L’articolo del Fatto Quotidiano sugli “impresentabili”, in corsa alla Regione Siciliana ha fatto andare su tutte le furie Cateno De Luca.
“Ho appreso con stupore dall’odierno articolo apparso sul giornale Il fatto quotidiano a firma di Giuseppe Lo Bianco che io sarei stato condannato a 5 anni per concussione ed abuso d’ufficio unitamente a mio fratello Tindaro e ciò è ovviamente falso e rappresenta l’ennesimo attacco alla mia onorabilità ed al mio modo di fare politica radicalmente contro il vecchio sistema e le solite logiche politiche parassitarie e farabutte” – lo afferma Cateno De Luca leader di Sicilia vera e capolista nel collegio di messina della lista UDC – SICILIA VERA – “Solo per anticiparle il contenuto della denunzia penale che il prossimo lunedì 9 ottobre presenterà il mio legale, professor Carlo Taormina, contro il giornale e l’autore di questo articolo, preciso che ho avuto 15 procedimenti penali di cui 14 già chiusi a mio favore con assoluzioni perché il fatto non sussiste ed archiviazioni per l’ inconsistenza delle accuse. Per quanto riguarda l’ultimo processo ancora pendente e’ stato richiesto dal pubblico ministero la condanna a cinque anni per tentata concussione (e non concussione !) ed abuso d’ufficio ed ancora questo processo è pendente perché la procura generale della Suprema Corte di Cassazione ha aperto un procedimento nei confronti di un componente del collegio giudicante per presunta violazione dell’obbligo di astensione causando, con molta probabilità, l’annullamento di tutte le attività dibattimentali (in essere da oltre 6 anni !!!) e l’avvio di un nuovo processo con un collegio diverso. Solo per onore di verità – aggiunge De Luca – e’ corretta la notizia in merito ad una condanna di circa 13 mila euro che ho avuto dalla corte dei conti per le spese effettuate nella qualità di capogruppo al parlamento siciliano ma sono stato assolto in sede penale a differenza della stragrande maggioranza dei parlamentari siciliani ed ho già pagato queste 13 mila euro (altri parlamentari non lo hanno ancora fatto !) pur avendo fatto ricorso alla suprema corte di cassazione per violazione di legge perché non è logica l’assoluzione in sede penale e la condanna in sede contabile per la medesima fattispecie di reato. Non sto qui a pietire alcuna rettifica dell’odierno articolo – aggiunge De Luca – perché il fatto quotidiano rappresenterà la fonte per pagare le spese delle mie campagne elettorali dei prossimi dieci anni pur essendo ben cosciente che il direttore Marco Travaglio ha l’obbligo di procedere alla rettifica di detto articolo onde evitare di essere denunziato all’ordine dei giornalisti. Mando a salutare mediante i media il direttore Marco Travaglio ricordandogli che noi in sicilia siamo abituati a combattere contro le mafie compreso quelle giornalistiche che spesso fanno più male delle Lupare” .
De Luca ha anche invitato Travaglio ad evitare qualunque contatto personale. “Direttore Travaglio – conclude De Luca – per ulteriori approfondimenti o chiarimenti si rivolga allo studio del professor Carlo Taormina, da me già incaricato a procedere in tutte le sedi opportune a tutelare la mia dignità di politico e di uomo ed eviti di contattarmi se non vuole essere mandato a fare in culo perché già ho perso troppo tempo appreso al giornalismo spazzatura”.