Lo spettacolo inizia con i due protagonisti in mezzo al pubblico che cominciano a parlare ponendosi due domande: Chi sono io? Come ci si riconosce?
Entrambi artisti, trasportano il gioco di bambini fra i dilemmi del mondo degli adulti. Cercando di non perdere l’approccio ludico e la libertà di creare, affrontano i temi della vita di ognuno.
S’interrogano su come porsi rispetto a un pubblico come quello virtuale o reale che può confermarti se lo assecondi o privarti del suo amore se fai quello che ti pare.
Si chiedono se per un individuo, in generale, sia giusto o meno aderire ciecamente alle richieste di tutti coloro che vorrebbero che fossimo in un certo modo, che non tradissimo le aspettative, che non li destabilizzassimo, che non fossimo liberi di essere ciò che noi davvero vogliamo essere.
I due attori si domandano se diamo tanto peso a quello dicono gli altri se lo facciamo e forse per paura secondo i due attori che ognuno ama farsi vedere, belli di successo solo perché abbiamo paura della solitudine che ci terrorizza e quindi si domandano quali sono i modi per farci conoscere dagli altri
Cominciano a imitare a conoscere quello che conoscono come abbandonare le loro idee, immaginando, facendosi le giuste domande, mettendosi gli occhiali ma per loro molto fondamentale e la differenza fra capire (mentale) e conoscere (esperienza).
Questi temi presenti nello spettacolo, che seppur in maniera giocosa e surreale, i due attori hanno cercato di trovare: quella libertà espressiva che diventa gioco e relazione.
Si chiedono se per un individuo, in generale, sia giusto o meno aderire ciecamente alle richieste di tutti coloro che vorrebbero che fossimo in un certo modo, che non tradissimo le aspettative, che non li destabilizzassimo, che non fossimo liberi di essere ciò che noi davvero vogliamo essere.
Pubblico delle grandi occasioni presente, emozionato e molto in sintonia con gli attori.
Il titolo è tutto un programma per descrivere lo spettacolo, divertente, avventuroso: contiene in sé tutti gli ingredienti di un buon spettacolo.
La scenografia è composta da alcune opere dell’artista messinese Mamy Costa.
La rassegna “Qui è estate”, che ha la direzione amministrativa di Angelo Di Mattia, la direzione artistica di Stefano Cutrupi per il teatro e di Sarah Lanza per la danza, si svolge all’aperto nello spazio esterno del teatro che si trova a Tremestieri, S.S. 114 Km 5,600 Via Roccamotore.
Emanuele Morabito