Femminicidio, uccisa per “negligenza dei magistrati”: Palazzo Chigi non vuole risarcire gli orfani e impugna la sentenza

Per ben 12 volte aveva denunciato il marito, che poi l’ha uccisa con sei coltellate al petto: parole rimaste carta straccia sulla scrivania dei magistrati.  Marianna Manduca morì il 3 ottobre 2007, vittima del marito Saverio Nolfo attualmente in carcere dove sconta 20 anni (pena inflitta dopo il rito abbreviato quindi con lo sconto di pena di un terzo).

Una sentenza dello scorso 13 giugno ha accertato la responsabilità civile dei magistrati, stabilendo che ci fu dolo e copa grave nell’inerzia dei pm, rimasti inerti nonostante le richieste d’aiuto dell’allora 30enne madre di tre figli.

La presidenza del Consiglio dei ministri doveva risarcire i danni subiti dagli orfani della vittima, allora tre bambini di 3, 5 e 6 anni. Palazzo Chigi, però, condannato per legge a pagare in caso di responsabilità civile delle toghe, ha impugnato la sentenza della Corte d’Apello di Messina.

L’azione di Palazzo Chigi ha lasciato interdetti gli avvocati degli orfani del femminicidio, scatenando l’attenzione della stampa nazionale sulla vicenda.

“Si tratta di una decisione grave ed inattesa – fanno sapere i legali –  che tende a porre nel nulla un provvedimento giudiziario che per la prima volta riconosce e punisce la responsabilità non della magistratura nel suo complesso, ma di singoli magistrati, colpevoli di una inerzia giudicata dai loro stessi colleghi ingiustificabile”.

Secondo la legge sulla responsabilità civile dei giudici del 1988 – applicata in questa vicenda dalla corte di Messina – chi “ha subito un danno ingiusto a causa del magistrato” deve procedere “esclusivamente nei riguardi dello Stato” il quale “solo in un secondo momento” si rifarà “sul giudice responsabile”. Salvo i casi in cui ” il danno causato dal magistrato nell’esercizio delle sue funzioni” sia riconducibile direttamente a lui secondo le norme ordinarie. Per il momento Palazzo Chigi non ha spiegato il perché del ricorso.

Marianna Manduca, poco più che trentenne, fu uccisa a coltellate a Palagonia, Catania. Qui viveva con i bambini e il marito. Prima dell’aggressione fatale Marianna aveva denunciato più volte quelle violenze. E prima ancora dell’inerzia della giustizia di fronte alle sue richieste ci fu anche l’incredibile decisione di affidare i bambini al padre, nullatenente e tossicodipendente e che dopo il delitto si costituì.

 

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