La mafia “etnea” a Taormina, ecco come il clan “Brunetto” gestiva le estorsioni

BLANCO EMANUELE CL. 1973_cr“…senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”: il tono minaccioso è quello di Emanuele Salvatore Blanco, catanese di Fiumefreddo, 44 anni, ritenuto appartenente clan “Brunetto”, egemone nell’area sub-etnea nord-occidentale, intercettato mentre si rivolgeva ad un assicuratore. La scorsa notte è stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.i.p.  Eugenio Fiorentino del Tribunale di Messina su richiesta del Procuratore Aggiunto della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina Sebastiano Ardita– e del sostituto Procuratore della Repubblica Francesco Massaro. 

farandaDovrà rispondere di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso, insieme ad Antonio Francesco Faranda, 36 anni, anche lui ritenuto esponente di “Cosa Nostra” Etnea.

I provvedimenti di carcerazione sono scaturiti dalla prosecuzione dell’operazione  Good Easter che portò nel mese di Aprile 2017 all’arresto anche di altri due esponenti di spicco di “Cosa Nostra” e che vide oggetto dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Carmelo Porto, nato Catania nell’anno 1957, residente in Calatabiano (Ct),  ritenuto anche per pregresse vicende giudiziarie elemento apicale del clan mafioso “Cintorino”.

Nella prima operazione  i militari dell’Arma durante l’attività di prevenzione hanno acquisito da fonti confidenziali la notizia che appartenenti a clan mafiosi operavano anche nel Comune di Taormina tentando di sottoporre ad estorsione attività economiche e nello specifico rivendite di autovetture.

In questa circostanza invece, i due soggetti tratti in arresto per estorsione in concorso , con l’aggravante di aver agito con il  metodo mafioso, sempre nell’Aprile scorso avevano costretto un imprenditore titolare di un’ agenzia taorminese a concludere un contratto di assicurazione di un autoveicolo con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione questa necessaria alla conclusione del contratto.

L’imprenditore  aveva comunicato ad uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula del contratto di assicurazione, e quest’ultimo telefonicamente lo ha minacciato dicendogli “….Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza..” e poi ancora: “…senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”, altrimenti avrebbe sistemato con le maniere forti la faccenda.

I militari hanno predisposto tra le altre attività un servizio di vigilanza nei confronti della vittima e della sua compagna: così i carabinieri hanno notato la presenza di un soggetto (prontamente riconosciuto in Salvatore Emanuele Blanco ) che nel tardo pomeriggio di un giorno di Aprile si è fatto trovare davanti alla porta dell’agenzia della vittima, per incontrarla di persona: ma una volta uscito il Blanco ha trovato ad aspettarlo i carabinieri della Compagnia di Taormina.

 

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