Comprendendo le ragioni di una legge dello Stato (la n. 353 del 2000) che, per ostacolare gli interessi che armano la mano dei responsabili di questi incendi, impedisce attività quali l’edificazione o l’utilizzo per pascolo e caccia dei suoli bruciati per gli anni successivi, il gruppo Cambiamo Messina dal Basso chiede una deroga alla Regione Sicilia.
“Tra le attività vietate dalla leggevi è anche il rimboschimento, con fondi pubblici. Tuttavia tale divieto è derogabile dalla Regione, qualora vi siano documentate situazioni di dissesto idrogeologico e particolari valori ambientali e paesaggistici.
A ciò va aggiunto che gli strani movimenti elettorali attorno all’istituzione del Parco dei Peloritani, definito da alcuni carrozzone politico (prima ancora che ne potesse vedere la luce), e osteggiato da cacciatori e palazzinari, non può non allarmare ulteriormente. Il Parco è uno strumento importante per riprendere il controllo diretto del territorio, far rispettare i vincoli già esistenti sull’area ed attivare contratti di responsabilità territoriale.
Per queste ragioni, il Movimento Cambiamo Messina dal Basso, non rassegnandosi all’idea di dover assistere alla desolazione di un paesaggio lunare, lì dove prima sorgeva la cintura verde della città, chiede:
– al Presidente della Regione Crocetta, di attivare tempestivamente la deroga al rimboschimento, tenendo peraltro conto del Piano di Assetto Idrogeologico che documenta e attesta il gravissimo rischio che l’abitato corre, ulteriormente aggravato dagli eventi incendiari;
– al Presidente dell’Assemblea regionale Ardizzone, di porre rapidamente in votazione, prima che l’incombente fine legislatura rischi di bloccare l’iter avviato, il provvedimento di istituzione del Parco dei Peloritani, già approvato in commissione;
– al Consiglio comunale di Messina, di adottare Variante di salvaguardia, la cosiddetta “Salva colline”, come strumento di difesa dei territori e contro le speculazioni edilizie, variante che per diverse sedute la IV Commissione si è rifiutata di trattare e che ora passerà, probabilmente, all’attenzione dell’Aula;