Incendi a Messina, la testimonianza: “Io impotente dinanzi al fuoco, bloccato da una legge ingiusta”

Il day-after il terribile weekend di incendi, si iniziano a contare i danni provocati dai roghi che hanno incenerito i colli che circondano Messina. E fanno capolino diverse riflessioni, dettate non solo dal buon senso comune, ma anche dall’esperienza di chi cerca di dare una spiegazione al disastro ambientale con cui la città dovrà fare i conti nei prossimi anni.

Questa che vi proponiamo è la testimonianza di un giovane, Andrea S., responsabile di un’oasi di permacultura e tutela della biodiversità, che ha creato a Messina “con propri mezzi, solo per Bellezza”.

“Non è possibile che due regioni di Italia brucino come sono bruciate senza una regia, una strategia, e un movente. Decine di focolai sulle due sponde dello Stretto, migliaia di ettari di boschi bruciati, in modo pianificato. Non è possibile che non si possa fare nulla” – racconta Andrea, che ieri ha raggiunto i luoghi degli incendi per dare aiuto.

“Vai a proporti come aiuto ai VVFF e ti guardano per pazzo, tu nei tuoi 30anni e il vigile già a 50 e 20kg sovrappeso. Dammi la tua attrezzatura che io di salvare qualcosa c’ho voglia per dio. I carabinieri, vestiti con l’uniforme di tutto punto a bloccare una strada e il fuoco che entra in casa di un amico, tu gli dici che sai cosa fare, loro palesemente non lo sanno. Ma nessuno si vuol prendere la responsabilità di lasciare gli altri prendersi le proprie. In un gioco al rimpallo. Dici da domani vado e pianto tutti i lecci che ho in vivaio, non puoi perchè la legge nazionale dice: È vietata per dieci anni, sugli stessi soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate ad insediamenti civili ed attività produttive; sono vietate per cinque anni, sugli stessi soprassuoli, le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifica autorizzazione concessa dal Ministro dell’ambiente; sono vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia… Nelle aree e nei periodi a rischio di incendio boschivo sono vietate tutte le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio.

Per 5 anni neanche gli alberi a meno che non si faccia una deroga alla legge, ma la pioggia cade a settembre. E siamo uno dei comuni a maggior dissesto idrogeologico.

Io farei una legge per coordinare in futuro i possibili volontari che in un emergenza si propongono. Ovvio che non siamo addestrati, ma in Italia la tendenza iniziata con quel “pirla” delle polo della protezione civile, di togliere la possibilità alla gente comune di rimboccarsi le maniche, quando serve, perchè dobbiamo affidarci ai corpi preposti, (quei corpi che non hanno soldi, uomini e mezzi, per gestire la normalità figurarsi un emergenza di dimensioni catastrofiche) che stanno li a guardare che l’emergenza passi. Impotenti. Abbiamo mandato per anni i giovani alla leva obbligatoria? e creiamo un servizio civile obbligatorio per la gestione del patrimonio boschivo italiano. Che caxxo invece di andare in Afganistan a morire, andiamo a piantare alberi, gestire i boschi e curarli come meritano”.

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