Si è costituito ieri sera, all’aeroporto di Catania di ritorno dal Congo, Paese dove era stato per motivi di lavoro, l’imprenditore Carlo Borella, coinvolto nell’inchiesta antimafia denominata BETA.
A darne comunicazione gi avvocati difensori dell’ex presidente dell’Ance Messina, chiamato a difendersi dalle accuse formulate dalla procura sul coinvolgimento di professionisti in affari con il clan Santapaola in riva allo Stretto attraverso Enzo Romeo.
“In ordine alla posizione del sig. Carlo Borella e in relazione alla notizia che il predetto sarebbe ricercato – scrivono gli avvocati – si precisa che nei suoi confronti la misura degli arresti domiciliari non é stata eseguita solo perchè si trovava all’estero per motivi di lavoro. Una volta appreso dell’emissione di detta misura, il medesimo, attraverso gli scriventi difensori, ha ieri comunicato all’A.G. di essersi attivato per il rientro in Italia nel più breve tempo possibile, al fine di costituirsi e rendere interrogatorio innanzi al Giudice a chiarimento della sua totale estraneità ai fatti contestati.”.
Intanto proseguono anche oggi gi interrogatori di garanzia, presso il carcere di Gazzi, dinanzi al Gip Mastroeni.
Già ascoltato l’avvocato Andrea Lo Castro, accusato di aver fornito le conoscenze e competenze burocratico-amministrative e aver agito da prestanome in alcune acquisizioni dei Romeo, figure apicali di questo ramo della “mafia 2.0” riconducibile al clan Santapaola di Catania.
Nega qualsiasi coinvolgimento anche l’ingegnere Raffaele Cucinotta, funzionario del Comune di Milazzo e all’epoca dei fatti in servizio a Palazzo Zanca. In base alle accuse, l’ingegnere, quale dipendente dell’Ufficio urbanistica del Comune di Messina, avrebbe riferito notizie riservate su un bando di gara e promosso una proroga del termine di presentazione delle offerte, sarebbe infine intervenuto “per evitare l’esclusione di una ditta dalla gara”. Queste sue azioni lo avrebbero fatto beneficiare dell’assunzione di persone vicine a suoi familiari.