Da qualche anno a Catania sanno benino chi è il collaboratore di giustizia Giuseppe Raciti. A fine dicembre 2012, durante un processo a Locri, l’ex trafficante di cocaina che conosce a fondo i santapaoliani di Picanello, tirò fuori la storia di un avvocato catanese che faceva da tramite tra Catania, Messina e i Barbaro di Platì.
Insomma, ben prima della recente operazione Beta che fa assurgere Enzo Romeo a un mediatore tipo Angelo Siino. Il pm d’udienza bloccò Raciti che stava facendo a Locri il nome dell’avvocato.
Che i Barbaro e i loro sodali abbiano permesso a latitanti catanesi buone coperture in Aspromonte è stranoto. Come nel caso di David Manz (cognome storpiato, ndr), “ospitato” nella villetta di Domenico Perri, uno che scannava cinghiali come si tira il collo a una gallina. E che impressionò tantissimo Raciti che, al tempo, sapeva di droghe pesanti che chiamavano in causa i catanesi Rosario Tripoto, Santo Tudisco, Roberto Illuminato e pasquale Barbaro da Platì. In più, il corriere Roberto Platania, preso a Bovalino Marina con due chili di cocaina. Era il 2009. E il referente era un Barbaro, inteso dei Pillari. E su questo filone si è poi inserito Enzo Romeo. Che quell’avvocato “innominato” conosce bene. Molto bene. (@G.Pensavalli)