di Marina Pagliaro – Investimento, sostantivo femminile singolare. Non è un errore di grammatica, e neppure un’utopica previsione. Il presente degli investimenti finanziari è anche al femminile. È questo il quadro che emerge da un sondaggio svolto dall’istituto inglese YouGov Pic in collaborazione con la società di consulenza finanziaria digitale Moneyfarm. Le domande hanno analizzato il comportamento tipico dell’investitrice, il suo background culturale e la sua esperienza nel campo finanziario per capire quale profilo si affaccia agli investimenti supportati dalla tecnologia.
Il profilo che è stato delineato sorprende fino ad un certo punto: le donne che investono sono ben radicate nel proprio settore lavorativo di competenza, hanno successo nel lavoro e un titolo di studio molto alto. Le rappresentanti del gentil sesso che investono sono più giovani degli uomini e puntano con più decisione al futuro e al successo al lungo termine, invece che mirare ad un rendimento più tangibile nell’immediato. E, passo dopo passo, sdoganano l’idea diffusa che vede il sesso femminile poco favorevole alla gestione finanziaria dei risparmi e poco favorevoli agli investimenti.
Secondo YouGov, le donne si affacciano in maniera più pragmatica al mercato, con un approccio più razionale e conservativo, che si traduce in una minore propensione agli investimenti più insidiosi, che producono rendimenti più alti a fronte di rischi maggiori. Solo un’italiana su cinque si confessa infatti favorevole agli investimenti ad alto rischio, mentre la percentuale tra i “colleghi” uomini sale al 38%; il rischio basso è preferito da più di una donna su due, confermando il trend che vuole le donne più attente ad evitare azzardi calcolati. L’analisi, che è stata possibile attraverso un questionario di ingresso di Moneyfarm conforme alla normativa Mifid, è funzionale alla valutazione delle fasce di rischio degli intervistati, disegnando i vari profili d’investimento e le classi di rischio.
Nelle risposte delle donne investitrici emergono con una certa prevalenza tutte quelle forme di investimento lungimiranti. Le motivazioni che sottendono questa scelta sono connaturate all’universo femminile, più propenso al guardare il proprio futuro finanziario e quello dei figli. Questo dato è visibile anche in considerazione della media anagrafica delle intervistate, che si attesta intorno ai 43 anni. Le donne in carriera sono quindi particolarmente avvezze a guardare l’avvenire con un occhio più imprenditoriale, che le vede investire piccole somme di denaro per un maggiore benessere riscontrabile con il passare degli anni.
La componente femminile è di fondamentale importanza nell’universo Moneyfarm, che ha accolto le donne che investono come una novità positiva, in contrapposizione al luogo comune del passato. A confermarlo è Paolo Galvani, co-fondatore della società italo-britannica: “La casistica prevalente del passato voleva la gestione finanziaria d’ambito familiare nelle mani del marito. Oggi le giovani professioniste – ma non solo loro – sentono la necessità di tutelarsi finanziariamente anche in maniera indipendente”. Alla luce di questa situazione, non sorprende quindi che le donne conoscano il mercato e abbiano un’educazione finanziaria all’altezza delle situazione, con percentuali che non dissimili da quelle degli uomini. Secondo le donne investitrici, il mantra è quindi la difesa del capitale: anche se si tratta di piccole somme, come quelle proposte da Moneyfarm per la sottoscrizione di strumenti finanziari, la donna vuole raggiungere obiettivi realistici in lassi temporali ragionevoli. Al bando i rischi sul mercato finanziario: è questa la chiave per il successo. Parola di donna.