Senza Messinaservizi: Ginatempo, “rischio di danno erariale “

ginatempo“L’esito della delibera sul contratto di servizio, senza la proposta di un contratto alternativo lascia sconcertati, non solo MessinaServizi Bene Comune spa, ma qualunque persona di buon senso”. E’ il commento di Beniamino Ginatempo, nominato amministratore unico della nuova MessinaServizi Bene Comune lo scorso 31 marzo, scelto dal sindaco Accorinti per guidare la nuova società rifiuti che amministrazione e consiglio comunale avevano deciso di costituire con la delibera votata il 13 febbraio, salvo poi bocciare in aula il contratto di servizio, cioè l’atto con cui si affida tecnicamente la gestione della raccolta alla società.

Ginatempo sottolinea che il contratto di servizio avrebbe dovuto essere un atto dovuto, da parte del consiglio, e non un caso politico. “Nei fatti tale contratto si è rivelato il cappio che il consiglio, ovvero la sua maggioranza, ha deciso di riservarsi, dopo averne approvato la costituzione, in caso di gradimento futuro della società e, forse per qualcuno, della possibilità di trasformarla nell’ennesimo carrozzone clientelare. Tale cappio è stato stretto con la bocciatura di ieri, ma il collo non è solo quello di Renato Accorinti o di Daniele Ialacqua: è quello dei messinesi tutti. Aggiungo che Messinambiente non ha mai dovuto sottoscrivere uno straccio di contratto di servizio per decine di anni, senza che questo abbia troppo scandalizzato nessuno. Bisognerebbe chiedersi perché il consiglio lo abbia fatto, e lo ha fatto dopo due mesi e mezzo dalla costituzione di Messinaservizi».

E c’è un altro aspetto non meno allarmante, sottolineato da Ginatempo,  che riguarda  il rischio di un danno erariale: “MessinaServizi Bene Comune spa ha avuto, ha e continuerà, fino alla sua liquidazione, ad avere dei costi a carico dei contribuenti messinesi, fra cui le spese notarili, quelle di registrazione, di bollo e vidimazione dei libri sociali, nonché gli emolumenti lordi mensili per il collegio dei sindaci, i miei ed il versamento degli oneri contributivi ed assistenziali del mio stipendio, che sono a carico della società, in quanto io sono collocato in aspettativa. Tutto ciò a decorrere dal 31 marzo 2017. La bocciatura della delibera potrebbe configurarsi come un danno erariale, a carico di chi l’ha bocciata e specialmente di chi ha votato le due delibere precedenti ma non la terza”.

Quindi per Ginatempo il rischio di incappare adesso in un danno erariale è più che mai concreto. Ma l’analisi non si ferma qui e si concentra anche su Messinambiente: “Il Piano ARO (approvato dal consiglio giugno 2016), prevedeva l’affidamento dei servizi a società pubblica in house providing, nonché un piano finanziario e quali servizi la società pubblica avrebbe dovuto espletare ed ha ricevuto l’avallo della Regione. In ottemperanza al Piano ARO la società pubblica in house providing veniva costituita nel febbraio 2017, ed il suo statuto prevede nelle finalità quanto lo stesso Piano ARO richiede in termini di servizi da erogare. Si noti che Messinambiente, anche se non avesse i problemi finanziari attuali non può essere questa società, in quanto è una società di diritto privato, anche se ora (ma non era così alla sua costituzione) il comune di Messina è l’unico socio”.

Per Ginatempo se il problema della gestione degli oggetti abbandonati dopo il consumo diventa un argomento di lotta politica e campagna elettorale, possono cambiare le amministrazioni, sindaci assessori e consiglieri comunali, ma la spazzatura sarà sempre per la strada.

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