A due anni dal rinvio a giudizio, Alessio Cacci e Raphael Rossi, rispettivamente ex commissario liquidatore e consulente di Messinambiente sono stati proscolti con formula piena dall’accusa di abuso d’ufficio.
Il gup Maria Vermiglio che ha prosciolto entrambi con la formula perché il fatto non sussiste, accogliendo la richiesta avanzata dallo stesso pubblico ministero Federica Rende.
Una vicenda processuale che conferma quanto dichiarato nel suo blog sul Fatto Quotidiano lo stesso Raphael Rossi, chiamato nel 2014 da Alessio Ciacci, appena nominato al vertice della azienda pubblica dei rifiuti di Messina, per “collaborare nel suo sforzo di risanamento”.
A far scattare l’indagine era stato un esposto del consigliere Zuccarello, che aveva parlato di “decisioni disinvolte” da parte di Ciacci, sentendo “offesa la propria intelligenza” e che oggi viene smentito dai giudici che non hanno ravvisato alcun tipo di reato.
Ciacci ha affidato alla Re- Sources, società di cui Rossi è amministratore, un incarico per “servizio di consulenza e collaborazione per le attività di supporto alle diverse aree funzionali aziendali di Messinambiente Spa in liquidazione”. Cinquanta giornate lavorative, un terzo delle quali “in trasferta”, viaggio, vitto e alloggio in nota spese a rimborso da parte della partecipata e compenso da 31.334 euro iva esclusa.