Due operai in pochi giorni, e aumenta il numero delle vittime della strage silenziosa causata dall’amianto (e dal profitto). E’ morto Pietro Vaccarino, 82 anni, 139esimo operaio della Sacelit, la cosiddetta fabbrica della morte di San Filippo del Mela, deceduto per l’esposizione alle fibre di amianto.
Vaccarino è stato per più di 27 anni operaio addetto allo scarico dei sacchi di amianto dai vagoni ferroviari, alla produzione di tubi, lastre, pezzi speciali e serbatoi in amianto cemento, preparazione miscele di amianto e cemento, pulizia m
«Ha svolto il suo lavoro con grande professionalità sia in fabbrica che in filiale. – si legge in una nota del comitato amianto – Negli anni 80 ha cominciato a soffrire di una lieve insufficienza respiratoria sotto sforzo, fino a quando, nel 2006, l’ASP di Messina gli ha diagnosticato l’asbestosi pleurica».
Nei giorni scorsi era morto un altro operaio. Finora le persone decedute nella fabbrica della morte di San Filippo del Mela, sono 139 su 220. Pari al 64% della forza lavoro.
Solo qualche giorno prima, il 27 maggio, per l’appunto, era morto a Roma Francesco Rugolo, 79 anni, anche lui ex dipendente della Sacelit di San Filippo del Mela, fra i 220 lavoratori presenti al momento della chiusura.
Rugolo ha lavorato per oltre 22 anni all’interno dell’industria che produceva lastre, tubi e vasche di eternit a stretto contatto con l’amianto. I primi sintomi dell’Asbestosi causata dal contatto con l’amianto li ha alla fine degli anni ottanta ma la sua salute si è andata aggravando di anno in anno e, nel 2004, sottoposto a Sorveglianza sanitaria da parte dell’Asp di Messina, gli viene riconosciuta la seguente patologia: «Asbestosi pleurica con lieve sindrome disventilatoria di tipo ostruttivo, placche pleuriche parieto-costali.
Atroci sono state negli ultimi anni le sofferenze patite; è morto, infatti, per asbestosi pleuro-polmonare; collasso cardiorespiratorio con grave insufficienza respiratoria e sicuramente, considerate le sue condizioni per mesotelioma pleurico. Il presidente del comitato “Ex esposti amianto” Salvatore Nania collega di lavoro lo ricorda. «Con Francesco siamo stati ricoverati insieme, nei primi anni Novanta, nell’ospedale «Morelli» di Sondalo, dove effettuavamo gli accertamenti inerenti l’esposizione alle fibre killer di amianto».