di Gianfranco Pensavalli – Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato Maurizio De Lucia procuratore di Messina. Prende il posto di Guido Lo Forte, palermitano, in pensione da settembre.
Cinquantasei anni, campano, De Lucia è arrivato a Palermo nel maggio del ’91. Il suo primo incarico è stato alla procura del capoluogo siciliano, dove ha sviluppato la competenza di reati economici. Poi il passaggio alla Direzione distrettuale antimafia. Sue le principali indagini sulle infiltrazioni mafiose nel mondo degli appalti e il racket delle estorsioni. Tra le altre ha coordinato l’inchiesta sulle cosiddette talpe alla Dda di Palermo che ha portato all’arresto dell’alter ego di Bernardo Provenzano nel mondo della sanità e alla condanna a 7 anni per favoreggiamento per alla mafia dell’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro. Finora la Procura era stata retta da Vincenzo Barbaro.
Il CSM ha inferto ferite non da poco alla comunità giudiziaria messinese. Intesa come “transito” o formazione o natalità. Certo, c’è qualche sorriso. Daniela Urbani conquista un posto da consigliere in Corte d’appello a Catania, Giuseppe Bonfiglio se ne va a Catanzaro in Corte d’Appello, Luana Lino lascia la Sorveglianza e va in Corte d’Appello a Messina e alla procura generale di Messina arriva la reggina Adriana Costabile.
Ma la bocciatura di Nicola Mazzamuto per la sorveglianza a Roma, il no ad Ornella Pastore, Agostino Cisca e, persino, a Mario Samperi presidenti di sezione di Corte d’appello a Catania è roba “pesantuccia”.
La roba forte è che Maurizio de Lucia che mette a tacere le velleità di Rosa Raffa e Sebastiano Ardita. Detto che il procuratore di Patti è stata bocciata pure come procuratore aggiunto a Palermo, è giusto cercare di capire cosa sia accaduto. Ovvero, le valutazioni del CSM ( il sì del ministro Orlando per De Lucia è del 25 maggio, ndr).
De Lucia prevale, anzitutto, nei confronti di Rosa Raffa, Procuratore della Repubblica di Patti dal 26.10.2009. La Raffa, che nel corso della sua carriera ha sempre svolto funzioni requirenti, quale Procuratore della Repubblica di Patti, si è distinta nell’affrontare la gestione di procedimenti risalenti, a fronte di significative scoperture di organico. Si segnala per l’adozione di buone prassi di organizzazione validate dal CSM (direttive per il contenimento delle spese; monitoraggio ruoli magistrati; direttive alla pg su reati di truffa sul mercato elettronico; direttive alla pg in materia di reati edilizi; trasmissione telematica delle notizie di reato). Ha redatto un protocollo organizzativo con il Tribunale e la Camera Penale per la gestione dei ruoli di udienza. Tuttavia, tali elementi, seppur significativi, non consentono alla Raffa di prevalere sul profilo attitudinale specifico di De Lucia in relazione al posto messo a concorso come procuratore capo di Messina: De Lucia infatti, ha mostrato di saper eccellere nell’esercizio dell’attività investigativa presso la Procura di Palermo, ove si è occupato di rilevanti e complesse indagini, e nella delicata attività di coordinamento nazionale presso la Procura Nazionale Antimafia, ove ha costantemente ricoperto funzioni di responsabilità (tra gli altri incarichi si segnalano quelli di componente della Commissione Centrale per l’applicazione del programma di protezione ex art. 10 l. n. 82/91 e il coordinamento del polo di interesse sui detenuti e in particolare sui detenuti sottoposti al regime ex art. 41 bis O.P. e sezione Cosa Nostra), sviluppando eccellenti capacità organizzative e dando prova di spiccate attitudini di coordinamento investigativo, sia in ambito nazionale sia sovranazionale.
Determinante è stato il suo contributo di idee e di proposte innovative, tese al rilancio dell’azione della DNA, nel corso della elaborazione del vigente programma organizzativo dell’Ufficio. In relazione agli indicatori generali, risulta altresì prevalente il profilo di De Lucia, che può vantare rilevanti capacità di approfondimento scientifico. Parimenti recessivo è il profilo del merito, stante le complesse indagini istruite nel corso degli anni. In definitiva, il profilo professionale del dott. De Lucia, tenendo conto degli indicatori generali e specifici per la valutazione delle attitudini e del profilo del merito, risulta prevalente rispetto a quello della dott.ssa Raffa in relazione al posto direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina.
Recessivo, tuttavia, è anche il profilo del dott. Sebastiano Ardita, dal 15 maggio 2012 Procuratore Aggiunto presso la Procura di Messina. Nel corso della sua carriera, Ardita
ha svolto funzioni requirenti presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania ed è stato collocato fuori ruolo sia presso la Commissione Parlamentare antimafia
(dal 2.9.99 al 21.11.01) sia al Ministero Giustizia, DAP (dal 22.11.01 al 28.9.2011). Quale procuratore aggiunto a Messina ha svolto il compito di responsabile Ufficio affari semplici ed
è coordinatore del gruppo criminalità economica. Ha introdotto diverse buone prassi tra quelle inserite nel sito del CSM. Tali elementi, tuttavia, non consentono ad Ardita di
prevalere su De Lucia. Sul piano comparativo, infatti, risulta di maggior rilievo l’esperienza di coordinamento nazionale maturata dal De Lucia per un periodo più ampio rispetto alle sole funzioni semidirettive esercitate dal dott. Ardita. Si ricordino, al riguardo, le numerose deleghe esercitate presso la Procura Nazionale Antimafia, il contributo determinante offerto per la riorganizzazione dell’ufficio, le eccellenti capacità dimostrate nel relazionarsi con colleghi nazionali e stranieri, le forze di polizia nell’ambito del coordinamento di complesse indagini nazionali e transnazionali.
Il dott. De Lucia risulta prevalere anche riguardo agli indicatori generali, ove può vantare significative capacità di approfondimento scientifico. Parimenti recessivo è il profilo del merito, stante la rilevante attività giudiziaria svolta dal dott De Lucia.
In definitiva, il profilo professionale del dott. De Lucia , tenendo conto degli indicatori generali e specifici per la valutazione delle attitudini e del profilo del merito, risulta prevalente rispetto a quello del dott. Ardita in relazione al posto direttivo di Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Messina.