Tra i politici indagati per l’affaire aliscafi c’è anche il governatore Rosario Crocetta per “concorso in corruzione”: “Non so nulla”, si difende il presidente della Regione.
Ma riavvolgiamo il nastro. “Zio Nunzio ci ho pensato ce lo voglio fare il regalo, quei due regali a questi due personaggi”. Così, non sapendo di essere intercettato, l’armatore Ettore Morace, indagato per corruzione, parlava con un collaboratore dei Rolex che voleva regalare alla sottosegretaria ai trasporti Simona Vicari e ad un uomo del suo staff, Marcello Di Caterina. Entrambi sono indagati, insieme a Morace, per corruzione. Secondo la Procura di Palermo, Vicari avrebbe introdotto un emendamento legislativo che abbassava l’Iva sui trasporti marittimi facendo risparmiare milioni a Morace. In cambio avrebbe avuto un Rolex.
Stesso regalo ha avuto Di Caterina che ieri, nel corso di una perquisizione, ha ridato l’orologio del valore di 5mila euro, scontati a 4mila circa, ai carabinieri.
“Morace – scrive il gip – invitava a mandare una dipendente della Liberty Lines con funzioni di segretaria ad effettuare l’acquisto e dava indicazione di comprare un orologio da donna ed uno da uomo entrambi in acciaio.
La donna avrebbe dovuto scegliere i modelli più economici e con il massimo dello sconto. A fare avere l’orologio alla Vicari fu Manfredi Asta, fratellastro della sottosegretaria e dipendente di Morace. In una conversazione del 24 dicembre scorso, intercettata, Vicari ringrazia Morace del pensiero. “Sei stato davvero un tesoro”, gli dice.
“Il ‘terremoto’ giudiziario che investe la città di Trapani ripropone un serio e preoccupante problema che va al di là della specifica vicenda. Lungi da me, per cultura e formazione politica, l’idea di sindacare nel merito i provvedimenti dell’Autorità giudiziaria; mi pongo, quindi, esclusivamente sul piano del metodo la seguente domanda: procedere a carico di candidati il giorno dopo la formale presentazione delle liste, e quindi nel massimo della loro esposizione mediatica, non contribuisce in maniera inesorabile a delegittimare le Istituzioni?” Lo ha dichiarato Nello Musumeci, leader dell’opposizione all’Ars.
“Non si può ottenere lo stesso risultato di tutela della legalità senza creare smarrimento e turbamento nel corpo elettorale, chiamato a scegliere i propri rappresentanti? Peraltro, sono certo che la magistratura ha tutto l’interesse ad accreditare un sereno e non conflittuale rapporto tra i poteri dello Stato, nella loro inviolabile autonomia. E la politica, dal canto suo, deve al proprio interno finalmente assumersi le responsabilità che le competono, senza aspettare rassegnata che sia la magistratura a svolgere una funzione di supplenza”.
“A Trapani vanno assicurate elezioni democratiche, con tutte le forze politiche nella pari condizione di affrontare il confronto davanti al giudizio degli elettori. Per questa ragione chiedo al Presidente della Regione di adottare un provvedimento urgente, con le eventuali e necessarie deliberazioni dell’Ars, per consentire di celebrare le elezioni amministrative in un clima sereno. Peraltro, assieme ai due candidati sindaci interessati, sono presenti dieci liste di candidati al consiglio comunale che rischiano di vedersi espropriati del diritto di rappresentare i propri elettori”.
Nel limbo D’Alì, arrestato Fazio, alle elezioni di Trapani a questo punto potrebbe essere favorito il Partito democratico che punta su Pietro Savona, già consigliere provinciale. E torna prepotentemente alla ribalta il Movimento 5 stelle che corre con Marcello Maltese, dato alla vigilia più indietro rispetto anche al centrosinistra, ma che potrebbe ora ambire almeno al ballottaggio. Completa la cinquina un indipendente, l’avvocato Giuseppe Marascia, del movimento locale Città a misura d’uomo. Chiosa finale. Il sindaco uscente è un generale dell’Arma, Vito Damiano, già all’Aise, il controspionaggio. Si insediò dopo Fazio.