Quanti bambini ieri avranno visto “per la prima volta” la loro città. Addobbata a festa, pronta ad essere per un giorno protagonista dell’evento sportivo più amato dagli italiani, e che per il suo centenario ha fatto tappa proprio sullo Stretto.
Il Giro d’Italia ci ha riconciliato con la dimensione urbana, su più livelli. Dall’alto verso il basso, grazie alle immagini che ci hanno fatto ricordare come esistano piazze e architetture e vegetazione e viali. Facendoci riscoprire anche le rotondità nascoste, come quella di Piazza Castronovo (oggi l’immagine più gettonata per i commenti e le idee futuribili). Dal basso verso l’alto, negli sguardi di chi ha atteso il passaggio dei ciclisti, di chi ha preparato uno striscione per Nibali, di chi ha lasciato l’auto lontana per raggiungere a piedi le strade transennate.
Ancora una volta, la visione “micragnosa” di chi teme di perdere la propria identità se si trova a manifestare semplicemente gioia ed entusiasmo riconoscendo la bellezza di un evento speciale, a cui la città ha risposto anche grazie alle sue istituzioni, è stata ampiamente sconfitta dalla partecipazione di centinaia di cittadini.
Ancora una volta i social, come piazza virtuale, ci ricordano che non possiamo adeguarci alla interpretazione della realtà, basandoci solo sullo stretto circuito dei nostri stessi contatti, come cerchi concentrici di pensieri autocondizionanti.
E chi è stato per strada ha avvertito tutta la leggerezza di una cittadinanza in festa, di una amministrazione orgogliosa, di una Messina che c’è e vuole solo poter essere riconosciuta e valorizzata.
In contrapposizione alle noiose discussioni su quale buca dovesse avere priorità o sulle false informazioni riguardanti costi di transenne, o presunte interruzioni per possibili proteste, che hanno tentato vanamente di sminuire la potenza mediatica di un evento che resterà nella memoria collettiva di molti.
E se la bellezza è negli occhi di chi la guarda, la vorremmo guardare con gli occhi dei bambini. Quelli che ieri hanno gridato “Nibali, Nibali” e che hanno sentito di essere cittadini del mondo. Quelli degli amici di Rosario Costa che continuano a pedalare anche per lui. Anche oggi, che lo scirocco ha spazzato via molto di quel rosa. (@Pal.Ma – foto in apertura di Corrado Speziale, e un grazie a Carlo e alla piccola Ginevra)