Striscioni nei punti più significativi della città, affinchè il messaggio passi chiaro: le teorie razziste espresse dal leader leghista Matteo Salvini, non sono ben “accolte” in una terra storicamente cuore del Mediterraneo, dove lo “straniero” non è mai stato discriminato nè ghettizzato.
E se l’amministrazione ha risposto politicamente al “tour” di Salvini, chiamato in causa sulla caserma Bisconte, in procinto, secondo voci accreditate, di diventare un hotspot, ovvero un centro di identificazione per migranti, gli studenti messinesi hanno coinvolto molti cittadini nella mobilitazione al Palacultura, dove per le 13 è atteso il deputato.
Una “location” blindata da stamattina, e che ha scatenato polemiche, con una nota inviata dall’assessore alla Cultura Federico Alagna al dirigente alle politiche culturali, Salvatore De Francesco per chiedere spiegazioni riguardo alla concessione della struttura.
Secondo il Disciplinare d’uso del Palacultura, di cui l’articolo 1 recita “Gli spazi di pubblico spettacolo del Palazzo della cultura Antonello da Messina sono a disposizione di tutti gli enti, associazioni, organizzazioni e gruppi interessati alla realizzazione di manifestazioni volte alla promozione della cultura e iniziative di carattere sociale, sportivo, didattico e anche private e ancor più l’articolo 2 – sottolinea ancora Alagna – che fa riferimento a iniziative e manifestazioni di partiti politici, solo in occasione di consultazioni elettorale”. Ma non solo, l’assessore invita il dirigente a valutare se i “contenuti della manifestazione in oggetto siano compatibili con i valori e i principi espressi dalla Costituzione e dallo Statuto di questo ente che all’articolo 1 recita: “I cittadini che compongono la comunità messinese si conoscono nei valori di libertà, pace, solidarietà, moralità, cooperazione, pari opportunità, responsabilità individuale e sociale, operosità e spirito di iniziativa, promozione della cultura e della qualità della vita, tutela dell’ambiente, riconoscimento del ruolo della famiglia nelle sue diverse espressioni, rispetto e valorizzazione delle differenze”.
Per questo, secondo Alagna “sarebbe inaccettabile l’utilizzo del Palacultura di questa città per veicolare messaggi in aperto contrasto con i valori di cui sopra”.
Una presa di posizione a cui ha risposto polemicamente il consigliere centrista Mario Rizzo: “Nessuna forma di intolleranza è consentita, sopratutto verso coloro che la pensano in maniera diversa da noi. Lo invitiamo a fare un passo indietro – conclude Rizzo – garantendo la libertà di espressione, come prevede la nostra stessa Costituzione, e il pluralismo di tutte le opioni, in primis quelle più distanti da lui e dal suo movimento”.
Risponde Ivana Risitano: “il diritto di credere con convinzione che Salvini sia culturalmente pericoloso, diffonda ideali incostituzionali, istighi alla discriminazione e al razzismo va tutelato, così come l’azione nonviolenta di bloccare una forma di violenza. Che se ne vada a parlare altrove, nessuno lo imbavaglia: ma se in certi luoghi si vuole che non si respiri razzismo, non vedo per quale motivo bisognerebbe lasciar correre e assuefarsi alla “banalità del male”… Non è vero che tutto va tollerato: si sceglie da che parte stare…e chi ha scritto la nostra Costituzione lo ha scelto”.