Capitale Messina e la Rete per le Infrastrutture promuovono un incontro che avrà luogo a Messina sabato 29 aprile, per sollecitare quelle infrastrutture di cui Messina, ma il sud in generale, ha bisogno.
Confindustria, Confesercenti, sindacati, e ordini professionali hanno già dato la propria adesione all’evento dell’associazione che manifesta preoccupazione su quanto previsto dal Decreto del governo in tema di mobilità.
“Non ci hanno rassicurato le parole espresse per bocca del sottosegretario Faraone, dopo la levata di scudi cittadina contro le scelte sulle infrastrutture strategiche inserite nel DEF. Basta infatti uno sguardo d’insieme al documento, per realizzare che la stragrande maggioranza delle opere sono concentrate a nord dell’asse Napoli-Bari”, si legge in una nota.
“È irrazionale che un’opera che si aspetta da decenni, stiamo ovviamente parlando del Ponte, dopo lunghi studi ed impiego di notevoli risorse, circa 300 milioni di euro, giunta al progetto definitivo, venga rimessa in discussione per tornare agli studi di fattibilità. Non ha senso. Anzi ce l’ha, ed è quello di non farla”.
“Stessa preoccupazione per le tratte ferroviarie – continua la nota – Per quanto riguarda l’alta velocità sotto Salerno, come si può leggere nel documento del Governo, si è ancora allo studio di fattibilità, ed i progetti esistenti prevedono solo la velocizzazione di alcune tratte. E non sono previste le gallerie risagomate senza le quali i treni merci non potranno mai arrivare al porto di Gioia Tauro, condannandolo al declino. In Sicilia – proseguono – è stato appaltato o esistono studi di fattibilità solo per il doppio binario, senza le nuove gallerie, le pendenze e la linearità necessarie per l’alta velocità. Ed a conferma di ciò ricordiamo che Delrio a Messina ha detto che si procederà tra Messina, Catania e Palermo a 200 km/h entro il 2030. L’alta velocità invece sta sopra i 270 km/h. E ci sono risorse economiche certe solo per alcuni lotti”.
“Senza dimenticare l’inaspettato stop del Governo al progetto di allungamento delle piste dell’aeroporto di Catania, che avrebbe consentito l’arrivo dei voli intercontinentali”, concludono.