Continuano i contrattempi nella preparazione della cittadina siciliana scelta dall’ex premier Matteo Renzi per ospitare i grandi del pianeta il prossimo 26 e 27 maggio. Una corsa contro il tempo, che in queste ore ha registrato persino l’intervento diretto del Quirinale per sbloccare uno degli appalti cruciali del G7, ovvero quello che riguarda il controllo e la gestione del sistema di ingressi, (badge e relativi chip elettronici).
Dopo quanto scritto dal Corriere il Consiglio di Stato ha finalmente accelerato ed emesso la sentenza attesa. Ha dato torto alla Consip e deciso che il sistema di accreditamento e controllo accessi del prossimo vertice internazionale che si svolgerà a maggio, a Taormina, sarà affidato all’azienda After, con esperienze pregresse e know how all’altezza della gara.
“Da due mesi la gara era bloccata per la decisione della Consip di affidarla alla società Schema 31, e all’associata Italservizi 2007, che secondo i giudici di Palazzo Spada «dalla documentazione versata in atti non risulta che avessero già svolto in precedenza – si legge nella sentenza – una specifica attività di accreditamento del genere particolare di cui trattasi, né che avessero comunque già operato nello specifico ambito e livello politico-diplomatico sul quale viene precipuamente ad incidere la commessa di gara». Insomma secondo i giudici amministrativi uno degli appalti chiave del G7, per il controllo, la registrazione e l’accredito di circa 40 mila persone, dallo staff di Donald Trump ai residenti della zona rossa di Taormina, era stato assegnato dalla Consip ad un’azienda che non aveva i requisiti necessari. Scrivono ancora i giudici di Palazzo Spada che la commissione aggiudicatrice della Consip aveva proposto «l’ammissione senza riserve di Schema 31 spa alla gara», senza «un adeguato supporto argomentativo».
Alla Farnesina tirano ovviamente un sospiro di sollievo, finisce quello che stava per diventare un incubo. Anche se resta la corsa contro il tempo: passeranno ancora parecchi giorni prima che il sistema di controllo e accredito divenga operativo.
Il Consiglio di Stato ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tar. L’appalto era stato gestito dalla Consip, la centrale unica di acquisti dello Stato, con una base d’asta di 600 mila euro. In palio c’era la gestione del sistema di ingressi , attraverso badge e chip elettronici delle circa 20mila persone che parteciperanno a vario titolo al G7 di Taormina: dai capi di Stato, ai loro staff, dai giornalisti ai fotografi al personale di servizio fino ai cuochi e ai camerieri fino ai residenti della città siciliana che abitano nella «zona rossa» interessata all’evento. La ditta Schema 31 di Roma si era aggiudicata il lavoro con un ribasso del 38%, precedendo la After, sempre di Roma, che aveva già gestito questo servizio in occasione dell’Expo di Milano. Quest’ultima aveva fatto ricorso.
Si legge ancora nella sentenza del Consiglio di Stato: «Per un evento di portata internazionale come il G7 è necessario che i servizi connessi siano forniti e quindi affidati a soggetti che hanno comprovata esperienza tecnica di settore. Le concrete modalità di organizzazione ed espletamento del servizio di accreditamento di un evento internazionale di massima importanza diplomatica e politica qual è il G7 non consentono di assumere che detto servizi, possa considerarsi senz’altro assimilabile, anche per complessità, a un accredito generico per eventi di altro e ben inferiore livello». Schema 31 aveva addotto fra le sue esperienze il sistema di accreditamento <di enti di formazione della Regione Siciliana>, mentre la subappaltante vantava fra le sue esperienze <servizi di portineria, riconcilio bagagli e sicurezza dello scalo> per conto di Alitalia. Viene da chiedersi come mai la Consip avesse ritenuto che tali esperienze fossero sufficienti per gestire badge e sistemi elettronici di controllo di un evento come il G7.