“Finalmente anche la magistratura comincia a riconoscere in modo esplicito l’esistenza di ‘querele temerarie’ utilizzate per colpire il diritto di cronaca. Lo ha fatto il tribunale di Reggio Calabria, in merito alla lite intentata dall’ex presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, contro Lucio Maria Musolino e Paolo Pollichieni, rispettivamente articolista e direttore del quotidiano ‘CalabriaOra’”.
Lo affermano, in una nota, il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, il segretario generale Raffaele Lorusso e il segretario aggiunto, Carlo Parisi.
“Nel rigettare l’istanza e nel condannare Scopelliti al pagamento di 21.387 euro – si legge in una nota -, il giudice Patrizia Morabito ha testualmente scritto: “Alla denuncia si è accompagnata una richiesta risarcitoria rilevantissima, priva di riferimenti a qualsiasi parametro di liquidazione di danni da diffamazione, idonea per la sua entità ad intimidire il destinatario”. Il medesimo giudice ha ritenuto la richiesta “disancorata a qualsiasi motivazione puntuale dei criteri di calcolo o determinazione di siffatta domanda, che appare connotata da profili di temerarietà”.
Per queste ragioni la Federazione nazionale della stampa italiana tornerà nelle prossime ore a chiedere al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, di mettere a punto una norma contro il fenomeno delle “querele temerarie”