«Ieri sera mi ha chiamato il presidente del Consiglio Gentiloni e mi ha dato una grande notizia che noi avevamo chiesto con la Fnsi: il consiglio dei Ministri di venerdì ha riconosciuto a Riccardo Orioles i benefici della Legge Bacchelli».
A parlare è don Luigi Ciotti, dal palco allestito nella piazza di Locri in occasione delle manifestazioni organizzate da Libera per celebrare la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. La XXII edizione, la prima dopo la recente istituzione per legge della ricorrenza.
Una notizia accolta con soddisfazione della Fnsi, da subito impegnata a sostenere la richiesta di concedere al giornalista la legge Bacchelli, partita in modo spontaneo come una raccolta di firme che ha fatto registrare in pochi mesi oltre 40mila adesioni.
«Il riconoscimento dei benefici della legge Bacchelli a Riccardo Orioles, lo storico collaboratore di Pippo Fava, è un riconoscimento alla sua biografica e a una generazione di cronisti che ha contrastato con la penna e con la passione civile mafie, malaffare e corruzione», commentano il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, il segretario generale e il segretario aggiunto, Raffaele Lorusso e Carlo Parisi, e il delegato ai progetti per la legalità del sindacato dei giornalisti, Michele Albanese.
«Un grazie – concludono – a chi ha voluto, promosso e firmato la petizione popolare, ai presidenti delle Camere che l’hanno sostenuta e al presidente del Consiglio che ha dato il via libera conclusivo e decisivo».
Il maestro di giornalismo civile, riferimento per generazioni di cronisti impegnati non solo sul fronte antimafia, ma più in generale sul rispetto della deontologia, commenta così sulla sua pagina facebook:
“Nel ringraziare tutte le istituzioni che hanno voluto riconoscere un che di buono negli anni del mio lavoro, vorrei sottolineare che questo lavoro non è mai stato individuale e solitario ma umile e collettivo. Il riconoscimento non va dunque a un qualche grande e superbo autore ma a una scuola di buoni artigiani, utili al popolo e scomodi per il potere, a cui mi onoro di aver partecipato.
Di essi, gran parte erano o sono giovani. Nessuno di loro ha mai tradito i valori essenziali del nostro mestiere, insegnatici da Giuseppe Fava e tramandati fra generazioni.
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Questi giovani, insieme ad alcuni anziani e coraggiosi colleghi e agli esponenti maggiori dell’antimafia italiana, sono stati il nucleo della campagna che in poche settimane ha raccolto decine di migliaia di firme a sostegno non di una persona, ma di una concezione del giornalismo civile.
Non oso nominarne alcuno perché sarebbe ingiustizia verso le diecine e diecine degli altri; faremo eccezione solo per due nomi, quello di Don Luigi Ciotti – la cui lode è già di per sè altissimo premio – e quello di Luca Salici, il giovane e agguerritissimo collega che è stato animatore e motore di tutto questo.
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Adesso, chiediamo a tutti gli amici che si sono riconosciuti e incontrati in quest’occasione di non disperdersi, di profittare di questa bella vittoria per fare rete di nuovo e andare avanti. A Catania, a Milano, a Napoli, a Bologna, a Roma, a tutte le redazioni e le testate de I Siciliani, ciascuno riprenda il suo posto e ancora contribuisca all’impresa comune. Al giornalismo libero e all’antimafia sociale, mai disgiunti fra loro ma sempre insieme, occorre la forza dei giovani ed essi, con allegria e coraggio, non ce la negheranno”.