Corse di cavalli, se a Messina serve un ippodromo

di Palmira Mancuso – E’ un po come per la cannabis. Il proibizionismo serve solo ad alimentare l’illegalità e a rendere sempre più potenti chi “sfida” le regole, tanto da organizzare in pieno giorno corse clandestine con centinaia di spettatori e un pericolo evidente per cavalli, fantini e pubblico in motorino.

Questo video, postato sui social, è stato registrato il 17 marzo alle 14,45 (secondo fonti giornalistiche, che la polizia non conferma e che invece data al 2015). Immagini che per chi si è occupato altre volte di denunciare, non sono nuove. La novità è che, nonostante gli interventi repressivi, all’orario mattutino tra le 5 e le 6 si è preferito un più comodo orario pomeridiano.

Ecco le immagini:

Cosa fare dunque? Lasciare che passi il messaggio della sfida alle istituzioni? prendere sottogamba il sacrosanto diritto di appassionarsi alle corse dei cavalli?

Ecco sicuramente non si possono chiudere gli occhi, o sottovalutare quanto il mantenere questo status quo provochi da un lato indignazione spesso fine a se stessa, dall’altro la fascinazione dei più giovani che nelle periferie vivono questo momento ludico come una sfida all’autorità. O peggio come un primo passo per entrare nella cerchia del boss di quartiere.

Allora la via non è la criminalizzazione delll’appassionato neomelodico che canta per il cavallo Adrenalina (vedi su youtube un video che sfiora le 10 mila visualizzazioni) ma è un approccio laico alla questione.

A Messina le corse dei cavalli sono come la foccaccia e la birra sul cofano della macchina. Inutile vietare: servono in un caso più cestini a portata di mano, nell’altro un bel’ippodromo. E sicuramente più bellezza intorno.

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