E’ stato fissato per il 5 maggio prossimo il giudizio immediato per 17 imputati, 12 dei quali raggiunti da misure cautelari durante le scorse settimane, coinvolti nell’inchiesta su presunte tangenti pagate per l’assegnazione di appalti e servizi da parte di Maricommi Taranto, il Commissariato della Marina militare.
La Procura contesta, a vario titolo, agli imputati di aver creato un cartello di imprese tra loro collegate per pilotare l’assegnazione a loro favore oltre 200 appalti e affidamenti gestiti dalla direzione Maricommi di Taranto, con l’estromissione delle altre ditte concorrenti al fine di assicurarsi illeciti profitti di ingente quantità, per un ammontare complessivo di 5 milioni e 460 mila euro.
Sono imputati ufficiali della Marina militare, imprenditori e due appartenenti alle forze dell’ordine. Particolari dell’indagine sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa dal procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, dal sostituto procuratore Maurizio Carbone (titolare dell’inchiesta), dal comandante della Guardia di finanza Gianfranco Lucignano e dal comandante del Nucleo di Polizia tributaria Renato Turco. Presenti anche il procuratore aggiunto Pietro Argentino e l’ammiraglio Edoardo Serra, comandante del Comando Marittimo Sud.
C’è anche l’associazione per delinquere tra i reati contestati, a vario titolo, ai 17 imputati. Sono coinvolti il capitano di vascello catanese Giovanni Di Guardo, ex comandante di Maricommi, che fu mandato a dirigere il reparto proprio per “fare pulizia” dopo la prima ondata di arresti che aveva travolto il Commissariato della Marina militare (inchiesta già approdata all’udienza preliminare per altri 11 imputati, tre dei quali hanno chiesto il rito abbreviato); la compagna di Di Guardo, Elena Corina Boicea, la tenente di vascello Francesca Mola, i capitani di vascello Massimo Conversano e Gerardo Grisi, il dipendente civile della Marina militare Marcello Martire, gli imprenditori Vincenzo Pastore, Valeriano Agliata, Pietro Mirimao, il faccendiere messinese Paolo Bisceglia, Giovanni Perrone, Vitantonio Bruno, Giuseppe Musciacchio e Vincenzo Calabrese, il commerciante Gaetano Abbate, il maresciallo dei carabinieri Paolo Cesari e l’ispettore di Polizia Fabio Giunta. (@G.Pensavalli)