di Gianfranco Pensavalli – Riflessione ad alta voce di un avvocato che ormai vive a Roma e che si trovava giorni fa a Palazzo Piacentini di Messina e osservava le targhette dei pm in forza alla Procura di Messina. Essendo reggino, ha avuto un lampo: Annalisa Arena e Annamaria Arena, oggi entrambi pm sotto la Madonnina del Porto.
Certo, deve essere dura guardare in faccia la tua collega e ripensare a Gioco d’Azzardo, l’operazione del 2005 poi finita in una bolla di sapone.
Già, perché il gip reggino del tempo, Anna Maria Arena, firmò custodiali a iosa, con chiamati in causa l’allora presidente del Tribunale Fallimentare di Messina Giuseppe Savoca e l’attuale procuratore capo facente funzione Vincenzo Barbaro, 121 avvisi di garanzia e c’era anche l’avvocato Letterio “Lillo” Arena, papà di Annalisa, tra i coinvolti.
In particolare per i legami della famosa cassetta sull’omicidio Bottari, che provocò a Lecco un’indagine sulla stessa gip e sul pm Franco Neri, oggi in Corte d’Appello a Roma.
Per non parlare della lunghissima indagine sugli uomini della Dia, finita a Lecco per via della società che si occupò della trascrizione della cassetta e che aveva sede locale in Lombardia.