Gianfranco Minuti, Coordinatore provinciale Scuola Politica (Gruppo Briguglio-Musumeci), e candidato all’Ars entra nel dibattito pubblico sull’annosa questione del dissesto autostradale. Lo spunto è il G7 di Taormina : ” i Grandi del G7 atterreranno a Catania – scrive in una nota – e ciò spiega il formicolìo improvviso di uomini e mezzi solo in quel tratto autostradale. Ma che importanza ha se l’Anas dice che i 182 chilometri della Messina-Palermo e i 77 della Messina-Catania sono le autostrade più malmesse d’Italia. Che importanza ha che la stessa Anas abbia rilevato, nelle nostre autostrade, quasi 500 “non conformità nelle infrastrutture autostradali siciliane”: buche, avvallamenti, gallerie non illuminate, guardrail da sostituire. Il che avrebbe dovuto impedire l’aumento del pedaggio in ragione del 2,5%: invece l’aumento c’è stato. La gente paga due volte: in tariffe e rischi”.
“Di anno in anno, viaggiare in Sicilia, in particolare in provincia di Messina – continua Minuti – è diventato un pericolo costante, una minaccia per la vita e l’incolumità delle persone. Cosa accade nella A18, quella tratta con direzione ME-CT – all’altezza di Letojanni/ interrotta da circa un anno, a causa della frana che ha interamente coperto l’autostrada, cioè in quell’autostrada dove il Consorzio Autostrade Siciliane ha impiegato quasi 100 milioni di euro, per lavori eseguiti o in corso di esecuzione.
Non chiediamo la luna che altrove c’è, come i “New Jersey” – le barriere protettive di ultima generazione, più sicure dei tradizionali guard rail – ma che almeno si intervenga sui minimi requisiti di sicurezza. Dovrebbe servire a dare servizi agli utenti! Purtroppo, in questi anni, il pedaggio e’ servito a pagare spese legali, ad acquistare una sede di rappresentanza a Roma, fare avanzare in carriera regionale i burocrati del Cas”.