Ha rimesso piede a Montecitorio dopo due anni, nove mesi e sei giorni. Quando lasciò la Camera, per volare verso il carcere di Gazzi dopo il sì dell’aula al suo arresto, era ancora mister 20mila preferenze, era il deputato del Partito democratico con il record nazionale di voti alle primarie.
Ieri Francantonio Genovese è rientrato in Transatlantico con un fardello ben più pesante — una condanna a 11 anni per truffa nella formazione professionale — e ha infilato la porta di un gruppo parlamentare diverso, quello di Forza Italia.
La seconda vita fra le istituzioni di Genovese è ricominciata così, in modo dimesso: una passeggiata nei corridoi accompagnato dalla fedelissima Maria Tindara Gullo, deputata di Patti, la partecipazione a un paio di votazioni.
Chi l’ha visto, fra i colleghi, ha raccontato di una presenza quasi impalpabile. Nel perfetto stile di un politico che non ha mai alzato la voce e che oggi, in ogni caso, gode di un beneficio che la legge Severino concede ai parlamentari ma non ai consiglieri regionali e agli amministratori locali: la possibilità di restare in carica fino alla condanna in terzo grado. (@G.Pensavalli)