Trentasei i consiglieri comunali presenti in Aula per votare la mozione di sfiducia. Presente la Giunta quasi al completo (manca l’assessore Ursino), mentre l’ex assessore Eller sta seguendo i lavori da banco della stampa al gran completo.
Primo intervento quello di Mario Rizzo capogruppo dei Centristi per la Sicilia, più volte contestato dal pubblico. Dopo l’intervento, la Presidente Barrile chiede una sospensione di 5 minuti.
Al rientro prende la parola Daniela Faranda, capogruppo Ncd – Ap. “Abbiamo assistito a reazioni scomposte. Sono retropensieri, essere onesti è un prerequisito. Avete diviso la città tra buoni e cattivi, tifoserie da stadio. Noi abbiamo raccolto la delusione dei cittadini, le nostre scelte sono coerenti e lineari”. “Lei non ha saputo essere il sindaco di tutti”.
A seguire l’intervento di Elvira Amata, capogruppo di Fratelli d’Italia “anche Eller si è stancato di una giunta presuntuosa e di un sindaco presuntuoso: si può governare senza il supporto/conforto delle altre istituzioni. Per non parlare del suo abbigliamento” (si alza un forte brusio dal pubblico). Questo consiglio ha tolto spesso le castagne dal fuoco a questa amministrazione”.
Segue il primo no alla sfiducia da parte di Carlo Abbate, del gruppo misto. “Sono sempre stato contrario. Noi possiamo usare i temi populisti ed elencare le cose che non vanno. Il popolo lo accetta, quel che non accetta è da quale pulpito arriva l’elenco”. Scrosciano gli applausi da parte del pubblico, seguono minacce di sgombero da parte della presidente Barrile che stizzita lascia l’aula.
Prende la parola Pio Amadeo (Sicilia Democratica) “a me non piacciono le scorciatoie. Signor Sindaco non le permetterò di farsi vittima del consiglio comunale, non le concedero’ nessun alibi. Voglio che lei affronti i cittadini a fine mandato”. Voterà dunque no.
Benedetto Vaccarino (Grande Sud) dichiara la sua astensione. “E’ il momento meno opportuno”. Segue il turno di Giuseppe Santalco (Felice per Messina) “Sono stati tre anni difficili, abbiamo aspettato a firmare la sfiducia, ma visto il dramma della situazione igienica. La sfiducia affonda le sue radici nei fatti: risanamento tradito, ma quel preoccupa è la spinta a spendere. Guai a disperdere quel che è stato fatto per risanare i conti”. Colpo di scena in Aula: Giuseppe Santalco vuole trovare “una via dignitosa” al dialogo. Possibilista se il sindaco proporrà un percorso dialogico per perseguire il bene comune. Un “forse” in attesa dell’intervento del sindaco.
Scontato l’intervento di Giuseppe Trischitta (Forza Italia) che torna a battere su scontrini e missioni. “Si ferma in autogrill e prende un kinder” (parte applauso ironico dal pubblico).
Interviene il capogruppo di CMdB Lucy Fenech “parlerò a cuore aperto, come i primi giorni. Paolo Borsellino diceva “non mi piace Palermo, per questo la amo”…e io ho vissuto questa esperienza con amore. Il consiglio è stato incapace di vedere quello che è stato fatto”. Conclude l’intervento con un grazie all’amministrazione, ricordando anche gli ex assessori e gli ex consiglieri. “Voglio chiudere citando Herman Hesse, “sono più le persone disposte a morire per degli ideali che a vivere per essi” e noi vogliamo che questa esperienza amministrativa non muoia. Abbiamo il diritto e il dovere di contnuare ad amministrae questa città come ci è stato chiesto”.
A seguire il lungo e intenso intervento del Sindaco Renato Accorinti, che si è appellato al senso di responsabilità dei consiglieri, per il bene della città.
Dopo il primo cittadino è il consigliere Carreri a prendere la parola, dichiarando di votare la sfiducia.
Antonella Russo (Pd) “dai renziani c’è andato dopo la mia firma sulla sfiducia, io mi sarei aspettata un atteggiamento coerente. Ai partiti politici chiedo coerenza, i patti si fanno quando sono chiari e si fanno in tempi non sospetti. Chi ha votato la sfiducia è pronto ad andarsene”.
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