Solo in Aula i “numeri” sulla sfiducia prenderanno forma e sostanza. Per adesso il documento firmato da Pd, ex Udc (Centristi per l’Italia), Ncd – Area popolare, Pdr – Sicilia Futura è servito a ricompattare il centro-sinistra, e magari ad iniziare le “prove generali” di una lunga campagna elettorale.
Ieri sera di “bilancio” nei confronti dell’amministrazione Accorinti hanno discusso i presenti all’incontro, promosso e organizzato dal vicecommissario Pd Antoci: per il Pd il deputato regionale Filippo Panarello, (assente Pippo Laccoto), per Sicilia Futura il capogruppo Ars Beppe Picciolo, il coordinatore cittadino Salvo Versaci e Pippo Morano, per i Centristi per la Sicilia Gianpiero D’Alia, per il Megafono Massimo Finocchiaro e Francesco Calanna.
In questa riunione del centro-sinistra la presenza degli esponenti Ncd Nino Germanà, Enzo Garofalo e Bruno Mancuso, a sancire l’alleanza con i centristi in Area Popolare.
Ma se compatta resta la “bocciatura” sull’operato del Sindaco, i distinguo sul voto che segnerebbe la conclusione del mandato un anno prima della naturale scadenza, sono diversi.
Già D’alia a Palazzo Zanca si era detto dubbioso rispetto alla votazione, e dal governatore Crocetta, se non un’indicazione di voto, arriva comunque una riflessione sulla linea di “non sfiduciare mai sindaci e amministratori se non per fatti gravissimi”.
Il deputato Picciolo, d’altro canto, lascia libertà ai “suoi” consiglieri (Carreri e Interdonato sono per il “si”, La Paglia e Sorrenti per il “no”) ma chiede unità politica alla coalizione, per evitare il boomerang del “martirio” (come lo ha definito) che ha prodotto il balletto della sfiducia. In sostanza ribadendo il monito di D’alia, ovvero che se la sfiducia non passa, bisognerà poi assumersi la responsabilità di far lavorare questa amministrazione, votando gli atti utili alla programmazione (senza ostracismi). In questo caso Picciolo si è detto “aperto” alla richiesta di “tregua” avanzata da Accorinti e la sua Giunta.
Resta poi il nodo del Pd, con la capogruppo Antonella Russo ben più decisa dei suoi colleghi di partito Claudio Cardile, Gaetano Gennaro e Piero Iannello che non ritengono necessaria la sfiducia per fare opposizione alla linea politica dell’amministrazione.
L’appuntamento, quindi, è in Aula dove ogni consigliere sarà chiamato ad assumersi la responsabilità del proprio voto, distinguendo opportunità amministrativa da azione politica. Serviranno 27 “si” per mandare a casa l’amministrazione. Ma questi numeri al momento non ci sono nemmeno sulla carta. (@Pal.Ma)