Nuovo affondo di Uil-Fpl e ANAAO-ASSOMED sulla cosiddetta Cta (Comunità terapeutica assistita), da aprire a Messina e che dovrà accogliere soggetti con disturbi psichici. Secondo i sindacati si tratterebbe di sperpero di denaro pubblico e per questo motivo hanno scritto per conoscenza anche alla Procura della Repubblica.
“Le scriventi organizzazioni sindacali – scrivono Pippo Calapai e Mario Macrì della Uil-Fpl e Pietro Pata di ANAAO-ASSOMED regionale – fanno presente che con nota del 21/09/2016 inviata via pec hanno attenzionato la questione dell’accreditamento di una nuova CTA privata nella città di Messina, ben al fuori degli standard posti letto necessari per tali strutture. Infatti, si rammenta che la provincia di Messina non ha alcun bisogno di tali posti letto poiché non solo il fabbisogno è soddisfatto, anzi rimangono nella disponibilità dell’Azienda circa n.20 posti letto liberi e disponibili. Purtroppo a tutt’oggi Uil-Fpl e ANAAO-ASSOMED non hanno ricevuto alcun riscontro in merito da parte dell’Assessorato alla Salute anzi, ci pervengono notizie, che in questi giorni sembrerebbe sia stato assegnato l’aggregato di spesa per l’avvio di tale struttura di oltre un milione di euro. Se ciò corrispondesse al vero significherebbe che è stata già avviata la campagna elettorale a Messina, a discapito degli effettivi bisogni dell’utenza che necessita non di questi posti letto ma quelli di doppia diagnosi che per memoria si ripetono: Disturbi del Comportamento Alimentare, autismo, dipendenze patologiche, abuso di alcool, etc. afferenti alla Salute Mentale e che costringono l’utente ad essere ricoverato fuori regione con fortissimi disagi per le famiglie”.
In chiusura le organizzazioni sindacali avanzano dei sospetti. “Si chiede ancora una volta all’Assessore Regionalele alla Salute di riflettere sull’assegnazione dell’aggregato di spesa alla CTA di Messina al fine di evitare non solo sperperi di denaro pubblico ma anche prevenire azioni che qualche politico messinese potrebbe intraprendere per mero consenso elettorale”.