Archiviazione per 21 consiglieri comunali coinvolti nell’inchiesta “Gettonopoli 2″, ovvero la seconda tranche dell’indagine sulle presunte presenze fittizie dei consiglieri comunali nelle varie commissioni consiliari, con la contestazione di vari reati quali truffa aggravata, falso ideologico ed abuso d’ufficio.
A decidere il giudice delle indagini preliminari Salvatore Mastroeni che ha stabilito di non procedere accogliendo la richiesta della Procura.
Il procuratore Vincenzo Barbaro ha per due volte sottolineato che il danno provocato dai 21 consiglieri era un danno lieve, perché in ballo c’erano pochi gettoni di presenza.
Lo scorso 17 dicembre la gip Maria Militello aveva già disposto l’archiviazione per tre consiglieri comunali. A essere archiviate erano state le posizioni di Carlo Cantali, Daniela Faranda e Maria Perrone che sono così definitivamente usciti dall’inchiesta.
Fuori anche la presidente del consiglio Emilia Barrile, che non percepisce gettoni di presenza, ma un’indennità di carica.
Dunque sono fuori dal processo Elvira Amata, Claudio Cardile, Simona Contestabile, Giuseppe De Leo, Lucia Fenech, Pietro Iannello, Antonino Interdonato, Rita La Paglia, Nina Lo Presti, Francesco Mondello, Francesco Pagano, Pierluigi Parisi, Ivana Risitano, Mario Rizzo, Antonia Russo, Giuseppe Santalco, Donatella Sindoni, Luigi Sturniolo, Giuseppe Trischitta, Nora Scuderi e Libero Gioveni.
Nel primo filone dell’inchiesta, invece, sono 16 i consiglieri rinviati a giudizio lo scorso marzo con l’accusa di truffa, falso ideologico e abuso d’ufficio: Carlo Abbate, Piero Adamo, Pio Amadeo, Angelo Burrascano, Antonino Carreri, Nicola Crisafi, Giovanna Grifò, Nicola Cucinotta, Carmela David, Paolo David, Libero Gioveni, Nora Scuderi, Santi Sorrenti, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Santi Daniele Zuccarello.
L’indagine ha preso in esame il periodo tra novembre 2014 e gennaio 2015, 90 giorni in cui gli investigatori hanno monitorato ogni seduta di commissione, che consentiva al singolo consigliere di percepire un gettone di presenza di 56 euro.
Immagini che hanno documentato presenze-lampo, anche di 30 secondi. Dopo l’esplosione del caso lo scorso novembre, a 12 consiglieri era stata imposta l’obbligo di firma davanti alla polizia municipale.