Le scuole sono al freddo, meglio gli studenti devono far lezione imbacuccati e ai prof fregauntubo. Accade a Messina all’Istituto Jaci.
Il cronista si è accorto di ragazzi in protesta intorno alle 8.45 e ha deciso di indagare. Sara Arrigo e Florin Blebea spiegano che lo Jaci non ha riscaldamenti ed è roba che si trascina da tempo.
“Ieri abbiamo fatto lezione con sette gradi. Ora basta!”. Serve incontrare le Istituzioni. Beh, il collaboratore scolastico è tutto imbacuccato ed ha una stufetta che lo riscalda, le sue colleghe sono un moto perpetuo per evitare di congelare.
Allo Jaci opera la giornalista pubblicista Rosamaria Trischitta. Ma soggiace, pure lei, a quel clima intimidatorio di una scuola che ha un dirigente che vive negli Usa, un reggente che è impegnato nella gestione provinciale dei Corsi per studenti stranieri o qualcosa di simile e la vice…Già, la vice si rifugia in un “Forza, facciamo riunione per l’orientamento”.
Ai genitori: pensateci 5000 volte prima di iscrivere i vostri figli in quella ghiacciaia, dove gli studenti sono un peso. Se non peggio. Occorre andare al bar, che è riscaldato. Come gli Uffici di presidenza e i laboratori.
Ma ecco saltar fuori la signora impellicciata. Si chiama Paola Tione, insegna italiano e coordina i rapporti insegnanti-dirigenza. Sentitela.
“I ragazzi possano far scuola con guantini e quel che vogliono. E’ che a loro piace saltare le lezioni. Eppoi, smettiamola con chiedere certe cose (tipo i riscaldamenti,ndr) visto che a Messina ci saranno tre o quattro giorni di freddo all’anno”.
Chi ascolta resta silente, quasi timido, anzi proprio impaurito. Le bariste, il commercialista Bitto che insegna allo Jaci con moglie fratello e altri che fuggono via. Il fatto è che la scuola degli insegnanti è fatta di bonus, Por-Pof e strisce per terra che portano euro. Gli studenti? Che vadano a c…re. Tanto c’è un sol istituto con le caratteristiche dello Jaci. Ah, fanno educazione fisica in una palestra non idonea.(@G.Pensavalli)
