di Gianfranco Pensavalli – Enzo Garofalo, messinese, deputato, figlio di un noto gestore di autosalone e di un marchio automobilistico, esulta perché l’ammiraglio Antonino De Simone resterà commissario Autorità Portuale Messina-Milazzo fino a giugno e, quindi, la proroga per l’Autorità di sistema portuale sarà di altri tre mesì.
Sì, il designato è Alberto Rossi, a Palermo andrà Pasqualino Monti e a Catania Andrea Annunziata ma è una vittoria. Lo stesso Garofalo è pronto a sfidare l’Enac per l’Aeroporto del Mela e l’economista Michele Limosani, già vice presidente alla Sogas -Aeroporto dello stretto, invita alla riflessione sugli euro dell’indiano.
Appena insediato il nuovo arcivescovo Accolla ha detto che non gli importa un accidente del passato, di La Piana, dei pedofili in Curia e dei denari sottratti ai bisognosi. “Non posso dare giudizi su cose che non conosco né di gettare fango sulle persone”. Pure lui dopo i commissari Raspanti e Papa. Il cronista gli chiederà anche degli strani rapporti dei Padri Rogazionisti e l’associazione Giovanni Paolo II, che è riconducibile a quel Nino Micali, che ha il 2% dell’Acr Messina, ha posto il veto alla cessione di qualsiasi quota societaria a Proto ed è accusato di aver “riciclato” tantissimi euro di padri che volevan far giocare i figli a Messina.
Dalla Jonica riecco Cateno De Luca, detto er mutanda, autocandidatosi a sindaco di Messina e in attesa della sentenza sul sacco di Fiumedinisi del 7 febbraio: vorrebbe che Furci, Sant’Alessio e Santa Teresa di Riva si accorpassero e diventassero Costa del Sole.